“Una Chiesa umile, che non si pavoneggi dei poteri, delle grandezze. Umiltà non significa una persona languida, fiacca, che fa gli occhi in bianco:questa non è umiltà, questo è teatro! Questo è fare finta di umiltà. L’umiltà ha un primo passo: Io sono peccatore. Se tu non sei capace di dire a te stesso che sei peccatore e che gli altri sono migliori di te, non sei umile. Il primo passo nella Chiesa umile è sentirsi peccatrice, il primo passo di tutti noi è lo stesso. Se qualcuno di noi ha l’abitudine di guardare i difetti degli altri e chiacchierare sopra non è umile, si crede giudice degli altri”.

Lo ha detto Papa Francesco stamane - come riporta la Radio Vaticana - nell’omelia della messa quotidiana a Santa Marta. 

La Chiesa sia umile, ha ribadito il Papa, e non sia “attaccata ai soldi”. “I poveri sono le ricchezze della Chiesa. Se tu hai una banca tua, sei il padrone di una banca ma il tuo cuore  è povero, non è attaccato ai soldi, questo è al servizio, sempre. La povertà è questo distacco, per servire ai bisognosi, per servire agli altri”.

“In questa attesa del Signore, del Natale – ha auspicato il Pontefice – chiediamo che ci dia un cuore umile, ci dia un cuore povero, e soprattutto un cuore fiducioso nel Signore perché il Signore non delude mai”.