“Se non si capisce la gratuità dell’invito di Dio non si capisce nulla. L’iniziativa di Dio è sempre gratuita. Ma per andare a questo banchetto cosa si deve pagare? Ma, il biglietto di entrata è essere ammalato, è essere povero, è essere peccatore… Questi ti lasciano entrare, questo è il biglietto di entrata: essere bisognoso sia nel corpo sia nell’anima. Ma, per il bisogno di cura, di guarigione, avere bisogno di amore”. La gratuità di Dio “non ha limiti”. Lo ha detto il Papa stamane nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.

Ricordando l’episodio del Figliol prodigo il Papa - secondo quanto riporta la Radio Vaticana - aggiunge: “Ma questo ha speso tutti i soldi, ha speso l’eredità, con i vizi, con i peccati, tu gli fai festa? E io che sono un cattolico, pratico, vado a Messa tutte le domeniche, compio le cose, a me niente?’. Questo non capisce la gratuità della salvezza, pensa che la salvezza è il frutto del io pago e tu mi salvi. Pago con questo, con questo, con questo… No, la salvezza è gratuita! E se tu non entri in questa dinamica della gratuità non capisci nulla. La salvezza è un dono di Dio al quale si risponde con un altro dono, il dono del mio cuore”.

Il Signore - prosegue il Pontefice - “non chiede nulla in contraccambio: soltanto amore, fedeltà, come Lui è amore e Lui è fedele. La salvezza non si compra, semplicemente si entra nel banchetto” e coloro che  hanno perduto il senso della gratuità “hanno perso una cosa più grande e più bella ancora e questo è molto brutto: hanno perso la capacità di sentirsi amati. E quando tu perdi - non dico la capacità di amare, perché quella si recupera - la capacità di sentirti amato non c’è speranza, hai perso tutto”.