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Il Papa, l'astuzia cristiana è allontanarsi dalla mondanità

Il Papa alla recita dell' Angelus  |  | Alexey Gotovskiy CNA Il Papa alla recita dell' Angelus | | Alexey Gotovskiy CNA

L’astuzia cristiana è “allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, che tanto piacciono al demonio, per vivere secondo il Vangelo”.

Papa Francesco ha commentato così la parabola che oggi la liturgia propone dell’amministratore infedele e corrotto, che viene lodato da Gesù nonostante la sua disonestà nel Vangelo di Luca . “Bisogna precisare subito che questo amministratore non viene presentato come modello da seguire, ma come esempio di scaltrezza” e all’ “astuzia mondana noi siamo chiamati a rispondere con l’astuzia cristiana, che è dono dello Spirito Santo”.

E la “mondanità si manifesta con atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione, e costituisce la strada più sbagliata, la strada del peccato, anche se è quella più comoda da percorrere. Invece lo spirito del Vangelo richiede uno stile di vita serio e impegnativo, improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere”.

E il Papa ricorda che “non si può oscillare tra l’una e l’altra, perché si muovono su logiche diverse e contrastanti. È importante decidere quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito”.

E la corruzione è come una droga, dice il Papa, qualcuno “pensa di poterla usare e smettere quando vuole. Invece anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza. Quando invece cerchiamo di seguire la logica evangelica dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità, noi diventiamo artigiani di giustizia e apriamo orizzonti di speranza per l’umanità. Nella gratuità e nella donazione di noi stessi ai fratelli, serviamo il padrone giusto: Dio”.

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Andare controcorrente quindi come ha fatto Elisabetta Sanna, madre di famiglia beatificata ieri in Sardegna a Sassari che il Papa ha ricordato dopo la preghiera dell’ Angelus: “rimasta vedova, si dedicò totalmente alla preghiera e al servizio degli ammalati e dei poveri. La sua testimonianza è modello di carità evangelica animata dalla fede”.

Un saluto anche ai partecipanti al Congresso Eucaristico Nazionale: “auspico che questo evento di grazia ravvivi nel popolo italiano la fede nel santissimo Sacramento dell’Eucaristia, nel quale adoriamo Cristo sorgente di vita e di speranza per ogni uomo”.

Infine un appuntamento, ad Assi per l’incontro interreligioso, a trent’anni da quello storico convocato da san Giovanni Paolo II: “Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace. oggi  più che ma abbiamo bisogno di pace in questa guerra da per tutto nel monod, preghiamo per la pace. Sull’esempio di san Francesco, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli, ognuno si prend ail tempo che può per pregare per la pace".