E’ la preghiera la strada per conoscere Gesù e non basta solo il catechismo. E' il commento del Papa alla  Lettera di San Paolo agli Efesini letta nella messa a Santa Marta questa mattina. “Come possiamo conoscere Cristo?”, come possiamo comprendere “l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza”? Come riporta la Radio Vaticana il Papa ha ricordato che  “Cristo è presente nel Vangelo, leggendo il Vangelo conosciamo Cristo.

E tutti noi questo lo facciamo, almeno sentiamo il Vangelo quando andiamo a Messa. Con lo studio del catechismo: il catechismo ci insegna chi è Cristo. Ma questo non è sufficiente. Per essere in grado di comprendere quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità di Gesù Cristo bisogna entrare in un contesto, primo, di preghiera, come fa Paolo, in ginocchio: ‘Padre inviami lo Spirito per conoscere Gesù Cristo’” cioè “è necessaria la preghiera”. E in particolare la adorazione dice il Papa “è la meno conosciuta da noi, è quella che facciamo di meno. Perdere il tempo - mi permetto di dire - davanti al Signore, davanti al mistero di Gesù Cristo. Adorare. E lì in silenzio, il silenzio dell’adorazione. Lui è il Signore e io adoro”.

Infine il Papa ha ricordato che “per conoscere Cristo è necessario avere coscienza di noi stessi, cioè avere l’abitudine di accusare se stessi” di dirsi “peccatori”:

“Non si può adorare senza accusare se stesso. Per entrare in questo mare senza fondo, senza rive, che è il mistero di Gesù Cristo, sono necessarie queste cose. La preghiera: ‘Padre, inviami lo Spirito perché lui mi conduca a conoscere Gesù’. Secondo, l’adorazione al mistero, entrare nel mistero, adorando. E terzo, accusare se stesso: ‘Sono un uomo dalle labbra impure’. Che il Signore ci dia questa grazia che Paolo chiede per gli Efesini anche per noi, questa grazia di conoscere e guadagnare Cristo”