“La compassione è un sentimento che coinvolge, è un sentimento del cuore, delle viscere, coinvolge tutto. E’ patire con. Questo è la compassione. Il Signore si coinvolge con una vedova e con un orfano … Per Lui era più importante quella vedova e quell’orfano morto, che la folla alla quale Lui stava parlando e che lo seguiva. Perché? Perché il suo cuore, le sue viscere si sono coinvolti. Il Signore, con la sua compassione, si è coinvolto in questo caso. Ebbe compassione”. Così Papa Francesco stamane commentando durante la Messa a Santa Marta l'episodio evangelico della vedova di Nain.

Oltre la compassione - aggiunge il Papa secondo quanto riportato dalla Radio Vaticana - bisogna “avvicinarsi e toccare la realtà. Toccare. Non guardarla da lontano. Ebbe compassione - prima parola - si avvicinò - seconda parola. Poi fa il miracolo e Gesù non dice: Arrivederci, io continuo il cammino: no. Prende il ragazzo e cosa dice? Lo restituì a sua madre: restituire, la terza parola. Gesù fa dei miracoli per restituire, per mettere al proprio posto le persone. Ed è quello che ha fatto con la redenzione. Dio ebbe compassione, si avvicinò a noi in suo Figlio, e restituì tutti noi alla dignità di figli di Dio. Ci ha ricreati tutti”.

Pertanto anche noi - conclude - dobbiamo aver compassione. Per questo dobbiamo “chiedere la grazia: Signore, dammi la grazia della compassione”.