“Noi siamo tante volte schiavi delle apparenze, schiavi delle cose che appaiono e ci lasciamo portare avanti da queste cose: Ma questo sembra… Ma il Signore sa la verità. E così questa storia... Passano i sette figli di Iesse e il Signore non sceglie alcuno, li lascia passare. Samuele è un po’ in difficoltà e dice al Padre: Nemmeno costui, Signore, hai scelto? Sono qui tutti i giovani, i sette? Ma, sì, ce n’è uno, il piccolo, che non conta, che ora sta pascolando il gregge. Agli occhi degli uomini questo ragazzino non contava”. Lo ha detto stamane il Papa, secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana, commentando il Vangelo quotidiano nel corso della messa mattutina a Santa Marta.

Facendo riferimento alle Letture, il Papa ricorda come anche Davide sia stato “santo e peccatore. Un uomo che ha saputo unire il Regno, ha saputo portare avanti il popolo d’Israele. Ma aveva le sue tentazioni… aveva i suoi peccati: è stato anche un assassino. Per coprire la sua lussuria, il peccato di adulterio... ha comandato di uccidere. Lui! Ma il Santo Re Davide ha ucciso? Ma quando Dio ha inviato il profeta Natan per fargli vedere questa realtà, perché lui non si era accorto della barbarie che aveva ordinato, ha riconosciuto ho peccato e ha chiesto perdono”. Attraverso il pentimento ed il perdono la vita di Davide “è andata avanti. Ha sofferto nella sua carne il tradimento del figlio, ma mai ha usato Dio per vincere una causa propria”.

“Tutti noi siamo stati scelti dal Signore per il Battesimo, per essere nel suo Popolo, per essere Santi; siamo stati consacrati dal Signore - ha concluso il Pontefice - in questo cammino della santità. E’ stato leggendo questa vita, da un bambino, da un ragazzo ad un vecchio, che ha fatto tante cose buone e altre non tanto buone, mi viene di pensare che nel cammino cristiano, nel cammino che il Signore ci ha invitato a fare, mi viene da pensare che non c’è alcun Santo senza passato, neppure alcun peccatore senza futuro”.