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Il Papa: vogliamo lasciare un mondo con le famiglie

Il Papa nella Cattedrale di Santiago  |  | TW-OR
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Il Papa saluta i cubani dal balcone della Cattedrale di Santiago  |  | TW- OR
Il Papa saluta i cubani dal balcone della Cattedrale di Santiago | | TW- OR

Foto con i bambini, selfie, abbracci “stare in famiglia” per il Papa che nella cattedrale di Santiago di Cuba incontra le famiglie appunto. E la testimonianza questa volta è proprio quella di una famiglia. Una immagine, le giovani madri "incinte di pseranza" in attesa che chiedono di essere benedette, cui il Papa dice: "toccatevi il grembo e vi do la benedizione!"

L’arcivescovo di Santiago saluta ricordando che le famiglie cubane cristiane sono state sempre il punto di riferimento del Vangelo, il luogo di evangelizzazione e il luogo dove si è trasmessa la fede. La famiglia a Cuba subisce attentati, del senso del matrimonio nella società.

Molte famiglie sono separate, senza casa, in estrema povertà. La situazione familiare infatti a Cuba è aggravata dalla ideologizzazione comunista che per anni l’ha resa un obiettivo.

Una giovane famiglia, padre madre e due bimbe, saluta il Papa ricordando l’impegno per la difesa della vita, dei diritti dei genitori per la educazione dei figli. “Preghi per noi perchè possiamo portare avanti la nostra missione di Chiese domestiche”. Poi la foto con un grande abbraccio di gruppo eil saluto per il capofamiglia che compie 26 anni.

É una riflessione sul matrimonio quella del Papa che ringrazia per la  “la ciliegina sulla torta” di questa visita , cioè l’incontro con le famiglie.

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“Le nozze sono momenti speciali nella vita di molti” dice il Papa e pensa ai veterani e ai giovani, “nelle nozze sempre si incontrano il passato che ereditiamo e il futuro che ci attende. Sempre si apre l’opportunità di ringraziare per tutto ciò che ci ha permesso di giungere fino ad oggi con lo stesso amore che abbiamo ricevuto.”

Gesù inizia la vita pubblica con una cena di matrimonio e proprio la cena ricorda il Papa “molte famiglie mi spiegavano che l’unico momento che avevano per stare insieme era normalmente la cena, di sera, quando si tornava dal lavoro, e i più piccoli finivano i compiti di scuola. Era un momento speciale di vita familiare. Si commentava il giorno, ciò che ognuno aveva fatto, si metteva in ordine la casa, si sistemavano i vestiti, si organizzavano gli impegni principali per i giorni seguenti. Sono momenti in cui uno arriva anche stanco, e può capitare di assistere a qualche discussione, a qualche litigata. Gesù sceglie questi momenti per mostrarci l’amore di Dio, Gesù

sceglie questi spazi per entrare nelle nostre case e aiutarci a scoprire lo Spirito vivo e operante nelle nostre cose quotidiane.”

In famiglia si sperimenta il perdono, “in casa non c’è posto per le “maschere”, siamo quello che siamo e, in un modo o nell’altro, siamo invitati a cercare il meglio per gli altri.”

Ma oggi questi spazi spariscono “pian piano tutto tende a separarsi, isolarsi; scarseggiano i momenti in comune, per essere uniti, per stare in famiglia. Allora non si sa aspettare, non si sa chiedere permesso né scusa, né dire grazie, perché la casa viene lasciata vuota. Vuota di relazioni, vuota di contatti, vuota di incontri.” Ma senza famiglia la vita diventa vuota “cominciano a mancare le reti che ci sostengono nelle difficoltà, che ci alimentano nella vita quotidiana e motivano la lotta per la prosperità.” Eppure, spiega il Papa, è solo la famiglia che difende da frammentazione e massificazione. “In entrambi i casi, le persone si trasformano in individui isolati, facili da manipolare e governare. Società divise, rotte, separate o altamente massificate sono conseguenza della rottura dei legami familiari; quando si perdono le relazioni che ci costituiscono come persone, che ci insegnano ad essere persone.”

Le famiglie non sono un problema ma una opportunità “che dobbiamo curare, proteggere, accompagnare.” E sul futuro dice: “vogliamo lasciare un mondo con le famiglie. Certamente non esiste la famiglia perfetta, non esistono sposi perfetti, genitori perfetti né figli perfetti, ma questo non impedisce che siano la risposta per il domani.”

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E il Papa conclude con un riferimento alla Eucaristia “la cena della famiglia di Gesù, che da un confine all’altro della terra si riunisce per ascoltare la sua Parola e nutrirsi con il suo Corpo. Gesù è il Pane di Vita delle nostre famiglie, vuole essere sempre presente nutrendoci con il suo amore, sostenendoci con la sua fede, aiutandoci a camminare con la sua speranza, perché in tutte le circostanze possiamo sperimentare che Egli è il vero Pane del cielo.”

E chiede preghiere per il Sinodo Francesco “perché sappiamo tutti insieme aiutarci a prenderci cura della famiglia.”

Un sacerdote ha poi chiesto al Papa di portare una immagine della Madonna del Cobre alla "famiglia cubana lontana da cuba" perchè la carità, ha detto, ci unisce.

Uscendo sulla loggia della cattedrale il Papa ha salutato tutti ricordando i nonni, memoria e i giovani che sono speranza. 

La cattedrale celebra quest’anno i 500 anni di fondazione ed è il più importante sito religioso della città è stata completata nel 1922.

Subito dopo il Papa, si reca all’Aeroporto di Santiago per partire per Washington, D.C dove arriverà dopo 3 e mezzo di volo. Un saluto informale e un nuovo incontro privato con il presidente Raul Castro per il saluto a Cuba.