Padova sta vivendo uno dei momenti più intensi dell’ anno: la tredicina di sant’Antonio. Ieri, domenica si è celebrata la Santa Messa per le Comunità dei Migranti.

“Questa Santa Messa dei migranti – ha detto il rettore padre Svanera nella sua omelia – è una occasione ‘plastica’ per comprendere il significato della Pentecoste nel cinquantesimo giorno: si conclude la Pasqua ma non è tutto finito. Anzi è un nuovo inizio per i discepoli, impauriti, che ricevono dal Signore risorto il coraggio di uscire e predicare nel Suo nome...E se restiamo nello Spirito di questa celebrazione saremo Chiesa di persone cattoliche, fraterne, ospitali, tre condizioni nelle quali lo Spirito Santo opera: una Chiesa aperta a tutti che parla a tutti e da tutti viene compresa; una Chiesa fraterna nella quale rapportarsi agli altri come fratelli, appunto; una Chiesa ospitale che accoglie come ospiti nella comunione che è annuncio di fede nel Vangelo di oggi”.

Don Elia Ferro Direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dei Migranti della Diocesi di Padova spiega la situazione per le comunità dei migranti nella città: È un momento strano e difficile in cui l’attenzione dei Media è concentrata su alcuni aspetti importanti ma non completi; manca la completezza dell’informazione, della conoscenza di queste ricchezze enormi che abbiamo tra di noi convogliate nelle nostre comunità cristiane riunite. Noi abbiamo qui una grossa presenza di migranti che sta lavorando e sta trasformando il nostro territorio migliorandolo in qualche maniera; ma dimentichiamo che il corpo immigrato sta vivendo il grosso trauma della crisi. Abbiamo a che fare con una comunità immigrata che è fluida, magmatica: molti ritornano a casa per la crisi, molti si spostano verso altri paesi. I numeri rimangono gli stessi, a parte l’arrivo dei profughi, ma effettivamente la pastorale dei migranti ha a che fare con una popolazione che si rinnova in continuazione, un problema che non emerge in superficie. Noi siamo la popolazione della beneficenza, delle emergenze, disponibile a dare molto, ma per crescere e costruire insieme un mondo nuovo c’è ancora molto da fare”. Ogni giorno circa quattromila fedeli si fermano davanti alle spoglie del santo francescano di cui il 13 ricorre la festa liturgica.