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Le Stazioni quaresimali: San Lorenzo fuori le mura, e le reliquie del diacono di Roma

L'interno della chiesa di San Lorenzo fuori le mura |  | OB L'interno della chiesa di San Lorenzo fuori le mura | | OB

Quando arriva alla chiesa di San Lorenzo fuori le mura nella sua guida alle stazioni quaresimali del 1588, Pompeo Ugonio si esalta. Perché il suo Papa, Sisto V, ha appena “tirato la strada dritto dalla nobilissima chiesa che risplende nell’Esquilie di S. Maria Maggiore.” Si tratta di una strada che non possiamo apprezzare più perché è stata tagliata dai binari del treno. Si conserva ancora, nascosta dietro la Stazione Termini, l’antica Porta San Lorenzo, o Porta Tiburtina. “Da questa porta si esce nella strada che i nostri Padri chiamarono Tiburtina, perché mena a Tivoli, per la quale caminando circa un miglio, si trova la chiesa di S. Lorenzo fuor delle mura.”

Ugonio non intende spiegare chi è Lorenzo, perché “della vita & morte del Glorioso Martire S. Lorenzo, già si è parlato nell’altra chiesa dedicata al suo nome, che si chiama in Palisperna”, oggi Panisperna.

Ugonio sapeva che già l’imperatore Costantino aveva fondato una chiesa qui, sulla tomba di San Lorenzo, ma non sapeva che la chiesa di Costantino non esistesse più. Alcuni suoi resti sono stati ritrovati in scavi archeologici a destra della chiesa dopo il bombardamento nel 1943. La chiesa attuale è quella di Papa Onorio III del XIII secolo, che usa come presbiterio una chiesa più antica, del VI secolo, costruita da Papa Pelagio. E’ affidata ai Padri Cappuccini, che però non esistevano ancora ai tempi di Ugonio: “Questa chiesa quando è stata tenuta da Chierici, quando da Monaci, Ak presente suol darsi in commenda ad un Cardinale, ma vi stanno al minister delle cose sacre i Canonici Regolari dell’ordine di S. Salvatore.”

Buona parte della descrizione di Ugonio vale ancora oggi. “Dentro è il portico, tutto con pitture di antiche historie figurato. Fanno l’entrata in chiesa tre belle porte. Veggonsi dentro due ordini di grosse colonne undici per banda.”

E continua: “Nella nave di mezzo, si vede una Cappelletta sotteranea; ma luminosa honestamente all quale per alcuni gradi aperti, & larghi si discende. Questo luogo si chiama la confessione, e il monumento di S. Lorenzo dove il suo santissimo corpo riposa.

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Questo santissimo corpo dà al luogo un potere da rispettare ma anche da temere, spiega Ugonio. “Di quanta maestà sia pieno questo santo luogo, & con quanto timore & riverenza a lui si convegna andare, si può considerare da quel che intervenne a Pelagio, quello che nel VI secolo ha costruito l’antica chiesa che oggi funziona da presbiterio. Ugonio cita il racconto in una lettera di San Gregorio Magno:

“Oltre questo Pelagio di santa memoria, mio antecessore desiderando di fare certi miglioramenti intorno al corpo di S. Lorenzo Martire, mentre non si sa dove il venerabile corpo fusse propriamente collocato, nel zappare & ricercare, si venne ignorantemente ad aprire subito il sepolcro, et tutti quelli che vi lavoravano, & i Monaci, & i Mansionarij che viddero il corpo di esso S.Martire, ancorché non havessero ardire di tocarlo, tutti in spatio di dieci giorni morsero. In modo che niuno puote restare in vita di quelli che quel santo et giusto corpo viddero.”

Oltre questo “venerabile corpo” di San Lorenzo, la chiesa conservava molte altre reliquie, tra cui Ugonio menziona “un dente del glorioso Apostolo S. Pietro” e anche “Del legno della tavola, sopra la quale cenò Christo con i dodici Apostoli.”