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Le tre parole del Papa ai Vescovi del Myanmar: “Guarigione, accompagnamento, profezia"

Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar |  | L'Osservatore Romano, ACI Group
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Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar |  | L'Osservatore Romano, ACI Group
Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar | | L'Osservatore Romano, ACI Group
Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar |  | Pool Vatican Press
Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar | | Pool Vatican Press
Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar |  | Pool Vatican Press
Il Papa incontra i Vescovi del Myanmar | | Pool Vatican Press

A Yangon Papa Francesco parla anche ai Vescovi. Li incontra tutti in un salone del complesso della Cattedrale di Yangon, attiguo all’Arcivescovado. Il Pontefice viene accolto dal Presidente della Conferenza Episcopale, Monsignor Felix Lian Khen Thang, Vescovo di Kalay; con lui i 22 Vescovi del Myanmar. Francesco divide il suo pensiero in tre parole: guarigione, accompagnamento e profezia.

La prima, guarigione. “Il Vangelo che predichiamo è soprattutto un messaggio di guarigione, riconciliazione e pace – inizia il Papa - qui in Myanmar, tale messaggio ha una risonanza particolare, dato che il Paese è impegnato a superare divisioni profondamente radicate e costruire l’unità nazionale. Le vostre greggi portano i segni di questo conflitto e hanno generato valorosi testimoni della fede e delle antiche tradizioni; per voi dunque la predicazione del Vangelo non dev’essere soltanto una fonte di consolazione e di fortezza, ma anche una chiamata a favorire l’unità, la carità e il risanamento nella vita del popolo”.

Per Francesco “la comunità cattolica in Myanmar può essere orgogliosa della sua profetica testimonianza di amore a Dio e al prossimo, che si esprime nell’impegno per i poveri, per coloro che sono privi di diritti e soprattutto, in questi tempi, per i tanti sfollati che, per così dire, giacciono feriti ai bordi della strada”.

Aggiunge a braccio il Papa: "Ricordate che la Chiesa è un ospedale. La vostra prima missione e’ guarire".

La seconda parola di Papa Francesco ai Vescovi del Myanmar è accompagnamento. “Un buon Pastore – commenta il Papa -  è costantemente presente nei riguardi del suo gregge, conducendolo mentre cammina al suo fianco”. Il pensiero del Pontefice argentino passa immediatamente all’accompagnamento dei giovani: “Soprattutto, vorrei chiedervi un impegno speciale nell’accompagnare i giovani. Occupatevi della loro formazione ai sani principi morali che li guideranno nell’affrontare le sfide di un mondo in rapido cambiamento. Soprattutto nelle sfide di un mondo minacciato dalle colonizzazione ideologiche e culturali. Il prossimo Sinodo dei Vescovi non solo riguarderà tali aspetti, ma interpellerà direttamente i giovani, ascoltando le loro storie e coinvolgendoli nel comune discernimento su come meglio proclamare il Vangelo negli anni a venire. Una delle grandi benedizioni della Chiesa in Myanmar è la sua gioventù e, in particolare, il numero di seminaristi e di giovani religiosi. Nello spirito del Sinodo, per favore, coinvolgeteli e sosteneteli nel loro percorso di fede, perché sono chiamati, attraverso il loro idealismo ed entusiasmo, a essere evangelizzatori gioiosi e convincenti dei loro coetanei”.

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La terza parola è profezia. “La Chiesa in Myanmar – spiega Francesco -  testimonia quotidianamente il Vangelo mediante le sue opere educative e caritative, la sua difesa dei diritti umani, il suo sostegno ai principi democratici. Possiate mettere la comunità cattolica nelle condizioni di continuare ad avere un ruolo costruttivo nella vita della società, facendo sentire la vostra voce nelle questioni di interesse nazionale, particolarmente insistendo sul rispetto della dignità e dei diritti di tutti, in modo speciale dei più poveri e vulnerabili”.

Il Papa aggiunge ancora a braccio: "Il primo compito dei Vescovi è la preghiera. Ognuno di noi Vescovi dovrà domandarsi la sera: quante ore ho pregato oggi?"

Conclude il Papa il suo discorso ai Vescovi: “Vi incoraggio a crescere ogni giorno nella preghiera e nell’esperienza dell’amore riconciliante di Dio, perché è la base della vostra identità sacerdotale, la garanzia della solidità della vostra predicazione e la fonte della carità pastorale con la quale conducete il popolo di Dio sui sentieri della santità e della verità”.

Anche il Vescovo di Kalay saluta Papa Francesco al suo arrivo: "Come una terra assetata che dopo una siccità attende la prima pioggia, anche noi stiamo trepidanti in attesa della Sua visita che, quale rugiada del mattino, sarà una grande benedizione per il nostro popolo. Lei è il “nostro dolce Cristo sulla Terra”, per richiamare le belle espressioni di Santa Caterina da Siena. Santo Padre, la Sua visita provvidenziale riempie i nostri cuori di amore e serenità, mentre
andiamo avanti nel nostro cammino di fede, provando ad essere sale della Terra e luce del Mondo nella nostra madrepatria".

Dopo la presentazione individuale dei Vescovi e la foto di gruppo, il Papa si congeda dai Vescovi e benedice la prima pietra di 16 chiese, del Seminario Maggiore e della Nunziatura Apostolica. Nella cappella del piano terra dell’Arcivescovado, Francesco incontra in forma privata 30 membri della Compagnia di Gesù che svolgono la loro missione nel Paese.