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Libertà di religione cinquant'anni dopo il Concilio

"Second Vatican Council by Lothar Wolleh" | | "Second Vatican Council by Lothar Wolleh" @cc

La libertà religiosa è un diritto fondamentale per ogni essere umano e rappresenta la tutela della sua naturale aspirazione alla spiritualità nella vita quotidiana. Il Concilio Vaticano II ha contribuito notevolmente al riconoscimento di questo diritto, invitandoci a scoprire quei valori universali che possono favorire un cammino comune tra le diverse religioni.

 Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario del documento Dignitatis humanae,pietra miliare nel percorso di valorizzazione della libertà di coscienza e di religione, riconosciute anche nella Dichiarazione universale dei diritti umani dell'´Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

 Di questi temi si parlerà nel convegno “Dignitatis humanae e libertà religiosa. A cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II”, che si terrà giovedì 10 dicembre 2015 dalle 9,30 alle 18,30 nella sede dell’Università Europea di Roma e dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (via degli Aldobrandeschi 190).

 L’incontro, con ingresso libero, è organizzato dalla Biblioteca Pio XII e dalla Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani dell’Università Europea di Roma e dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum con la collaborazione dell’Istituto per la Dottrina e Informazione Sociale (IDIS) e l’Associazione Culture del Mondo.

 Interverranno esponenti del mondo accademico ed ecclesiastico come Mons. Agostino Marchetto, Arcivescovo, nunzio apostolico e segretario emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, considerato da Papa Francesco “il migliore ermeneuta del Concilio Vaticano II", e il Prof. Massimo Introvigne, Direttore del CESNUR, Centro Studi Nuove Religioni.

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 Si terrà anche una tavola rotonda su “Libertà religiosa e diritti umani alla luce dei rapporti interreligiosi”, con Riccardo Di Segni, Rabbino-capo della Comunità Ebraica di Roma, Maria Angela Falà, della Fondazione Maitreya, Presidente del Tavolo Interreligioso e l’Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, Direttore per il Dialogo Interreligioso della moschea di Roma.

 “Stiamo vivendo giorni drammatici, ma al tempo stesso di speranza”, ha affermato Padre Luca Gallizia LC, Rettore dell’Università Europea di Roma. “In alcune parti del mondo assistiamo a terribili conflitti che strumentalizzano il nome di Dio per alimentare discriminazioni religiose. Questo è inaccettabile. Ma dobbiamo anche vedere i tanti frutti positivi del cammino di dialogo tra fedi differenti che è stato intrapreso attraverso gli anni. E’ la bellezza della cultura dell’incontro che Papa Francesco ci invita a vivere e coltivare”.

 “Giovanni Paolo II ha affermato che la libertà religiosa in un certo senso è «fonte e sintesi» dei diritti umani (n. 47 dell’Enciclica Centesimus annus)”, ha ricordato Padre Jesus Villagrasa, Rettore dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. “ La mia convinzione è che il sostegno dell’edificio istituzionale di uno stato democratico sia duplice: come un’arcata si regge su due pietre. Così pure l’architettura giuridica istituzionale di una democrazia edificata sui diritti umani ha un duplice sostegno: uno inferiore, fondamentale, l’esistenza dell’uomo, cui corrisponde il diritto alla vita; un altro superiore, l’apertura dello spirito umano alla Trascendenza, cui corrisponde il diritto alla libertà religiosa e di coscienza”.

 "La libertà e un dono prezioso e quindi un diritto fondamentale dell´essere umano, senza il quale la vita e la cultura delle persone e dei popoli sono destinate alla sopraffazione e agli abusi dei potenti”, ha sottolineato il Prof. Alberto Garcia, Direttore della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti umani.  “Spesso oggi il credente vede minacciata la sua vita e la sua famiglia per aver espresso in privato o in pubblico la sua convinzione religiosa. Questo é intollerabile. La Dichiarazione Universale sui Diritti dell´Uomo dell´ONU (1948) esprime il clamore dei popoli che credono nella possibilità di una convivenza pacifica e in armonia nella diversità religiosa e culturale. Il dovere di tutti è quello di riconoscere e promuovere il rispetto a questi diritti umani”.

 “Il Magistero di Benedetto XVI supera la visione della libertà religiosa della Dignitatis humanae come diritto a non subire costrizioni da parte degli altri, arrivando a definirla come diritto a compiere anche determinate azioni, senza però mettere a rischio il dovere di cercare la verità religiosa, ma riconoscendo proprio in questo dovere il suo fondamento”, ha detto il Prof. Emilio Martinez, Prefetto della Biblioteca Pio XII. “È possibile dare un posto a Dio nella sfera pubblica senza incorrere nel fondamentalismo? Ed è possibile chiedere ai governi un discernimento sul contributo sociale delle diverse religioni senza ledere la libertà religiosa? Ambedue le cose sono possibili, anzi necessarie per fare sì che la politica e la religione possano fruttificare in libertà”.

 “Con questo convegno celebriamo il Concilio, ricordiamo la Dignitatis Humanae e facciamo il punto sulla libertà religiosa”, ha spiegato il Prof. Oscar Sanguinetti, Ricercatore dell’IDIS. “La libertà religiosa dev’essere considerata un problema non solo accademico ma di drammatica urgenza pastorale, vista la continua violazione di essa che si sta consumando sotto i nostri occhi, tanto, in forma violenta e spesso cruenta, in terre sconvolte da tempo dalla guerra e dai conflitti interreligiosi, quanto, in forma asettica e ‘legale’, nei raffinati e scettici Paesi occidentali”.

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