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Macerata- Loreto, anche stavolta il Papa si collega con i pellegrini

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Anche questa volta Papa Francesco effettuerà, come ormai sua consuetudine, un collegamento telefonico per salutare i fedeli radunati nello stadio maceratese, per il Pellegrinagigo Macerata- Loreto.

Giancarlo Vecerrica, amministratore apostolico della diocesi di Fabriano-Matelica ha detto:  “Ho parlato con papa Francesco in occasione della benedizione della fiaccola della pace, che sabato arriverà all’Helvia Recina trasportata dai teofori. E’ in fermento per fare il collegamento, mi ha chiesto più volte informazioni sull’orario esatto. Il suo pensiero è rivolto soprattutto ai giovani, sembra molto preoccupato per il loro futuro e mi ha salutato con questo messaggio: Andate avanti con coraggio”.

Tra gli ospiti sono state annunziate la presenza di padre Ibrahim, il sacerdote francescano che porterà una testimonianza sulla vita dei cristiani ad Aleppo; eppoi saranno presenti anche i detenuti della Cooperativa Sociale Giotto del Carcere ‘Due Palazzi’ di Padova, che faranno il cammino insieme agli altri pellegrini e porteranno la loro testimonianza, insieme alle lettere di due ergastolani che avrebbero voluto partecipare.

Il presidente del comitato pellegrinaggio a Loreto, Ermanno Calzolaio, ha spiegato cole è stato scelto il tema, ‘Tu sei unico’: “L’idea è nata a Roma quando un fedele, dalla folla gridò al Papa Francesco sei unico. Il pontefice si voltò e rispose: Tu sei unico. E’ proprio da questa attenzione che il Papa ha verso ciascuno di noi che vogliamo prendere ispirazione per il pellegrinaggio del giubileo”.

Mentre il vescovo della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, mons. Nazzareno Marconi, ha ricordato il motivo per cui mons. Vecerrica, a quel tempo (1978) insegnante di religione nelle scuole superiori di Macerata: “L’Italia è in tempi di esami. Le nuove classi dirigenti e quelle passate dovranno superare la prova. Serve grande attenzione al sociale perché siamo tutti pezzi unici, Dio non fa le persone in serie. Dobbiamo pregare per il superamento degli esami e per vivere con una speranza rinata. Quindi come 38 anni fa, quando incominciò la storia del pellegrinaggio per celebrare la fine della scuola, di nuovo ci ritroviamo a pregare perché gli esami vadano bene”.

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Intanto la fiaccola della pace, benedetta mercoledì scorso dal papa: ‘Giovani, avanti con coraggio: vi sono vicino!’, giungerà pochi minuti prima della celebrazione eucaristica nello stadio maceratese, dopo un percorso di 300 km, in cui ha visitato il monastero delle trappiste di Vitorchiano, le città di Terni, Perugia, Assisi, Camerino, San Severino Marche ed Osimo, nel santuario di san Giuseppe da Copertino protettore degli studenti, insieme al Centro Sportivo Italiano e in collaborazione con il Centro Giovanni Paolo II. Inoltre stanno giungendo nella sede logistica dell’organizzazione molti messaggi, tra cui quello di don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione: “Cari amici, andando verso Loreto scoprirete più facilmente la profondità sterminata del vostro bisogno, se avrete davanti ai vostri occhi il testimone che il Signore ci ha dato per fare un cammino umano oggi: Papa Francesco. Chi avrebbe potuto immaginare la sua risposta ai problemi del mondo e alle urgenze del vivere?

Un Anno Santo della misericordia… Il pellegrinaggio è una grande opportunità per imparare ad aspettare il Signore giorno e notte e per poter riconoscere Cristo che, venendoci incontro, suscita in noi il bisogno di essere perdonati, ci strappa dalla nostra distrazione e ci attira di nuovo a Sé, come ha fatto con i discepoli di Emmaus. Vi auguro di rivivere l’esperienza del figliol prodigo in cammino verso casa pieno di nostalgia del padre, come ha detto il Papa nei giorni scorsi, percependo ‘come batte il cuore di nostro Padre. Era un cuore che batteva di ansia, quando tutti i giorni saliva sul terrazzo a guardare. Cosa guardava? Se il figlio tornasse… La misericordia ci fa sperimentare la nostra libertà’. Niente infatti è meccanico, come ogni passo che dovrete compiere, sempre la libertà deve decidere quale posizione assumere: la gratitudine sconfinata del figliol prodigo o lo scandalo del figlio rimasto a casa.

La gratitudine fa avanzare, lo scandalo blocca… Per questo non abbiamo paura, non ci scoraggiamo e non ci lasciamo cadere le braccia, ma avanziamo nella speranza: ‘Una positività totale nella vita deve guidare l’animo del cristiano, in qualsiasi situazione si trovi, qualsiasi rimorso abbia, qualsiasi ingiustizia senta pesare su di sé, qualunque oscurità o inimicizia lo circondi, qualunque morte lo assalga, perché Dio, che ha fatto tutti gli esseri, è per il bene. Dio è l’ipotesi positiva su tutto ciò che l’uomo vive, anche se questa positività sembra talvolta essere vinta in noi dalle tempeste della vita’ (don Giussani)”.