Il Movimento per la Vita ha consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella 180mila firme a sostegno della petizione “sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole”. La questione, sollevata insieme alle sigle cattoliche Age, Agesc, ProVita e Giuristi per la vita, riguarda la “penetrazione dell’ideologia del gender” negli istituti scolastici, definita una “subdola colonizzazione culturale portata avanti anche da organismi pubblici quali l’Unar” con “una logica che ritroviamo anche in iniziative legislative come la cosiddetta legge  “anti-omofobia” e quella sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso”.

“Siamo convinti che l’ideologia del gender attenta alle radici stesse della vita e incoraggia forme di generazione distruttive dell’embrione, portatrici di mentalità schiavistica con l’utero in affitto e soprattutto dannose per i bambini che comunque verranno alla luce”, ha fatto sapere in una nota Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita.

“Per questo – ha continuato - siamo impegnati a promuovere ogni opportuna azione per contrastare il diffondersi di questa ideologia. E il modo migliore per farlo è allertare le famiglie, affinché si oppongano al tentativo di indottrinare i loro figli dietro il paravento della lotta al bullismo o alla violenza di genere. Si tratta di non autorizzare i propri figli a partecipare alle iniziative promosse dalla associazioni LGBT e di opporsi nei consigli di istituto a che siano realizzate operazioni pseudoculturali a senso unico”.

“I nostri movimenti locali, i nostri Cav e tutti i nostri soci – ha spiegato Gigli - saranno impegnati in questa operazione culturale e identitaria senza mai sconfinare nell'aggressività, anche solo verbale, senza mai manifestare disprezzo o prevenzione alcuna per le persone. Occorrono toni fermi, ma pacati e sempre rispettosi della dignità degli omosessuali e delle altre persone convinte di trovare una loro presunta realizzazione in scelte che noi non condividiamo”.

Secondo i firmatari, “gli studenti dovrebbero poter trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti, ma un ambiente capace di assicurare uno sviluppo sano della personalità. E nulla dovrebbe essere fatto senza l’assenso e contro la volontà delle famiglie che restano le prime responsabili dell’educazione dei figli”.

Del documento affidato al Capo dello Stato, che nei prossimi giorni verrà consegnato al ministro dell’Istruzione Giannini, si chiede di “intervenire, con la sua autorità giuridica e morale, presso gli organi competenti, affinché vengano presi i provvedimenti idonei” perché “venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità e la sua definizione costituzionale di “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”; “si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e si educhi al rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva”.