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Napoli, si ripete il miracolo di San Gennaro. Il sangue già sciolto nell’ampolla

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Il sangue del patrono di Napoli si è sciolto ancora. E San Gennaro non si è fatto attendere: il sangue era già sciolto nell’ampolla. Un lungo applauso dei fedeli presenti in Duomo ha accolto l’annuncio. Nell’omelia, il cardinale Crescenzio Sepe ha ricordato gli ultimi mesi difficili per la Campania: il terremoto di Ischia, gli incendi sul Vesuvio e il dramma della famiglia sterminata alla Solfatara.

Lo stato liquido evidente del sangue all'interno dell'ampolla ha spinto l'arcivescovo di Napoli a dare l'annuncio del “miracolo” prima della celebrazione eucaristica e non al termine, come da tradizione.  “Lo abbiamo trovato completamente sciolto all'apertura della cassaforte - spiega il cardinale Sepe - e dopo la Messa lo presenteremo alla venerazione uscendo dalla Cattedrale per benedire la città, la regione e l'Italia e la Chiesa. Grazie al Signore che ancora una volta ha manifestato la sua bontà nei riguardi di noi tutti napoletani”.

Fede, tradizione, folclore. In una giornata di preghiera che contiene una forza simbolica straordinaria. Napoli è da sempre la città di San Gennaro. E per tutti i napoletani il sangue che si scioglie è un segno di buon auspicio.

Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ricorda, durante l’omelia, i momenti difficili degli ultimi periodi. Dal terremoto di Ischia, agli incendi dolosi sul vulcano Vesuvio. Sepe riporta a tutti il dramma della famiglia sterminata pochi giorni fa nell'area vulcanica a causa di un incidente. Ha parlato anche della necessità di pace mondiale contro il terrorismo: “La pace non cade dal cielo, si costruisce”.Un passaggio dell’omelia è stato dedicato anche ai migranti: "Usciamo dall'indifferenza e dall'egoismo e rivolgiamo la nostra attenzione al rifugiato, all'immigrato, allo straniero, al diverso, ma anche al barbone che incontriamo all'angolo delle strade e al vicino di casa che si nasconde per vergogna, per mancanza di lavoro, per solitudine".

Il miracolo di San Gennaro si ripete tre volte l’anno: succede il 16 dicembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio (ricorrenza del trasferimento del corpo del santo da Pozzuoli a Napoli) e il 19 settembre, durante la festa del santo.

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