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Ordine di Malta e Libia: gruppo di lavoro per affrontare le sfide umanitarie del momento

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Un gruppo di lavoro, organizzato dal Sovrano Ordine di Malta, per la Libia, per affrontare la sfida delle migrazioni, il traffico degli esseri umani e le conseguenze umanitarie.

La gestione dei flussi migratori, la crisi dei rifugiati, il traffico di esseri umani, il problema della corruzione, la diffusa violazione dei diritti umani, l’infiltrazione di milizie estremiste. Sono queste alcune delle questioni principali discusse nel convegno tenuto questa settimana nella Villa Magistrale del Sovrano Ordine di Malta, da una rappresentanza del governo e del parlamento della Libia.

“Come affrontare le sfide della migrazione nel Mediterraneo” è stato il titolo della riunione, organizzata insieme al think tank inglese Forward Thinking, seconda tappa di un dialogo iniziato nell’ottobre scorso, sempre nella sede istituzionale dell’Ordine di Malta.

Anche in quella occasione rappresentanti delle autorità libiche avevano lanciato un appello alla comunità internazionale per attirare l’attenzione sulla grave crisi umanitaria in corso nel paese. Nove mesi dopo, l’immigrazione illegale e la crescente industria legata al traffico di essere umani con il conseguente rafforzamento delle milizie estremiste affiliate a DAESH continuano a rappresentare sfide complesse che minano il processo di stabilizzazione del paese iniziato con l’insediamento a Tripoli del Governo di Accordo Nazionale guidato dal premier Al Sarraj, più di tre mesi fa.

“Una risposta efficace e coordinate a queste grandi sfide umanitarie richiede una strategia multiforme in grado di affrontare le questioni umanitarie così come quelle politiche ed economiche. Continueremo a fare di tutto per facilitare il dialogo per promuovere la stabilizzazione nel paese ” ha dichiarato il Gran Cancelliere del Sovrano Ordine di Malta, Albrecht Boeselager.

Nel corso della riunione si è discusso della creazione di un gruppo di lavoro per affrontare gli ostacoli di lungo e di breve periodo partendo dalla formazione delle autorità competenti nella gestione e nel controllo dei flussi migratori, un’azione più efficace per indebolire la rete criminale che si nutre del traffico di donne, bambini e uomini e rafforzare le condizioni di sicurezza, legalità e rispetto dei diritti umani nel paese.

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Alla riunione hanno partecipato anche rappresentanti della missione in Libia delle Nazioni Unite (UNSMIL) e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) che hanno evidenziato la presenza in Libia di quasi un milione di migranti di cui almeno 100.000 sono rifugiati e richiedenti asilo. Oltre 67.000 i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo nei primi sei mesi del 2016 e quasi 3.000 le persone che hanno perso la vita lungo la tratta. Difficile fare una stima invece di quelli morti lungo le rotte terrestri, ma secondo UNSMIL si tratta di una cifra molto alta.

Un contributo importante alla riunione è stato dato anche dal comando della missione Sophia, l’operazione militare lanciata dall’Unione Europea nel giugno2015 (ufficialmente denominata European Union Naval Force Mediterranean) per contrastare le rotte delle tratte migratorie nel Mediterraneo che ad oggi ha salvato oltre 19.000 vite umane e sequestrato quasi 200 imbarcazioni usate dai trafficanti e arrestato 74 persone. I dati presentati hanno indicato un aumento delle morti in acque libiche, poco dopo la partenza, la netta ripresa della rotta egiziana con 24 interventi effettuati dall’inizio del 2016 ad oggi contro le 15 dell’intero scorso anno.