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Padova: Ernesto Olivero racconta l’Appuntamento Mondiale dei giovani

L'appuntamento mondiale dei giovani |  | Sito web L'appuntamento mondiale dei giovani | | Sito web

Si terrà a Padova sabato 13 maggio 2017 la quinta edizione dell’Appuntamento mondiale dei giovani della pace, l’iniziativa promossa dal Sermig, l’Arsenale della pace di Torino, per fare incontrare le generazioni nel segno della speranza.

A ospitare l’avvenimento tocca quindi ora, dopo Torino, Asti, L’Aquila e Napoli, alla città veneta, dove sono attese decine di migliaia di giovani da tutta Italia e anche dall’estero. Il tema attorno cui ruoterà la giornata, tra testimonianze e musica, è ‘L’odio non ci fermerà. Ripartiamo dall’amore’, come ha spiegato Daniele Ballarin del Sermig, coordinatore dell’evento padovano: “Il Sermig si è accorto che la spaccatura fra mondo dei giovani e degli adulti dipende in gran parte da questi ultimi. Perché ci sono giovani che fanno foto con il rischio di andare sotto a un treno? Cosa affascina in questa cosa, che fascino non ha? Serve vivere con i giovani stessi per capirlo, anche se i ragazzi sono esigenti, difficili, chiedono coerenza”.

Il programma dell’Appuntamento mondiale dei giovani della pace del Sermig di Padova (www.mondialedeigiovani.org) inizierà venerdì 12 maggio alle 21 con la veglia nella basilica di S. Antonio. Sabato mattina sono previsti invece, in dieci luoghi simbolici della città, gli appuntamenti di dialogo tra i giovani ed il mondo degli adulti, con domande e risposte sui grandi temi di attualità. I ‘maestri e testimoni’ adulti scelti sono Stefano Zamagni, Paul Bhatti, Giorgia Benusiglio, Simona Atzori, Marco Tarquinio, Caterina Bellandi (‘zia Caterina’), padre Cesare Falletti, padre Claudio Monge, Fabrizio Curcio e i detenuti del carcere Due Palazzi di Padova. Nel pomeriggio, spazio al grande incontro di piazza in Prato della Valle con testimonianze di giovani di diversi Paesi e la presentazione della ‘Carta dei giovani’, un documento di impegni concreti che verrà consegnato idealmente dalla generazione giovane a quella adulta.

Ad Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, abbiamo chiesto di spiegarci perchè il Sermig ha convocato di nuovo i giovani in un Mondiale: “In realtà il Mondiale è la tappa di un cammino, di un percorso iniziato tanti anni fa. Noi abbiamo capito che i giovani oggi sono tenuti ai margini. Hanno sogni, idee, grandi potenzialità che il mondo degli adulti purtroppo non considera. I Mondiali nascono come occasioni di riconciliazione tra le generazioni. Giovani di tutta Italia e del resto del mondo e adulti invitati ad ascoltarli. Solo così il mondo può cambiare”.

Perché l’odio non fermerà i giovani?

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“Il nostro è un impegno e una speranza. In realtà, l’odio può fermare, può bloccare. E’ una trappola! Oggi viviamo in uno dei momenti più difficili della storia. Inutile nascondercelo. L’odio avvolge i nostri pensieri e può paralizzare anche la speranza. Agli adulti e ai giovani però chiedo: ne vale la pena? Ecco così che possiamo scegliere diversamente, possiamo impegnarci con la vita e dire che l’odio non ci fermerà. Una scelta del cuore e dell’intelligenza”.

Quale speranza il Sermig lancia ai giovani?

“La speranza è accorgersi che nel cuore dell’uomo esiste il male, ma soprattutto il bene. E il bene può prendere forme inimmaginabili. Io sogno che tra i giovani possa venire fuori un nuovo Francesco di Assisi, un nuovo Einstein, un nuovo Galileo, una nuova speranza. E’ possibile, ma i giovani devono imparare a dire i sì e i no che contano nella vita. Possono diventare dei giganti solo volendolo”.

Cosa è la coscienza?

“La coscienza è quello spazio interiore in cui scopri te stesso, il senso della vita, il bene che puoi fare. La coscienza non fa chiacchiere. Fa e fa essere. E chi la ascolta, per prima cosa non ruba, non inganna, vive tutto come un servizio. Solo la coscienza fa incontrare se stessi, gli altri e Dio”.

I giovani hanno la forza di costruire un mondo di speranza?

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“I giovani possono prendere il buono del passato e renderlo presente e futuro. Questa è speranza. Ci piaccia o no. Io li amo perdutamente, amo le loro potenzialità, i loro sogni. E mi arrabbio quando qualcuno di loro sceglie altre strade, si accontenta di niente, non pensa in grande. Tanti anni fa, frére Roger della Comunità di Taizé mi disse una frase bellissima: ‘Basta un pugno di giovani per cambiare il corso della storia’. Ci ho creduto allora e continuo a crederci. Spero lo facciano anche i giovani”.