È stata Rachele, la prima a nascere dopo il terremoto del 24 agosto. Per Papà Marco e mamma Eleonora, sfollati della frazione amatriciana Casali di Sotto, e per l’intera alta valle del Velino, la bambina ha rappresentato il segno tangibile della vita che riparte, che non si lascia fermare neppure dalla terra che trema.

Un segno che prende maggiore vigore con l’annuncio dato ieri dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, durante l’intitolazione ai borghi di Amatrice e Accumoli delle due sale parto dell’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti: ad ungere con l’olio dei catecumeni lei ed altri sette bambini di Amatrice e Accumoli nati dopo il sisma sarà Papa Francesco. Li battezzerà nel pomeriggio del 14 gennaio a Santa Marta.

L’idea sembra mettere un sigillo di speranza all’anno orribile del terremoto ed è maturata durante la visita di Bergoglio ad Amatrice del 4 ottobre scorso. Proprio mentre salutava la popolazione, una mamma gli ha porto la sua creatura nata da poco per una benedizione, esprimendo al Papa il suo più grande desiderio: un battesimo celebrato proprio dal Pontefice stesso.

Un sogno a cui il Santo Padre ha voluto dare seguito, confermando la costante vicinanza con le popolazioni del Centro Italia, mai dimenticate anche durante alcuni Angelus delle settimane scorse. Una preghiera che anche nella visita del 4 ottobre scorso Francesco non fece mancare per le vittime, in silenzio dinanzi al centro storico di Amatrice ridotto ad un cumulo di macerie.

È «un gesto di attenzione del Papa» che diventa «una grande carica per tutti», ha spiegato il vescovo Domenico. Questi bambini nati dopo il terremoto, infatti, «sono l’incarnazione della speranza che la vita riprende – prosegue –e che c’è un futuro da ricostruire insieme, a partire proprio dai piccoli a cui bisogna dare una prospettiva». Un domani che va ricostruito mattone dopo mattone, non solo materialmente, senza dimenticare il grande sacrificio di vite umane che i piccoli centri di Amatrice e Accumoli hanno pagato la notte del 24 agosto.

Al ricordo delle 244 vittime sarà infatti dedicato un libro-memoriale in cui sono raccolte tutte le storie delle vite interrotte dal sisma, promosso dalla diocesi di Rieti, che verrà presentato il 24 gennaio. La notizia della pubblicazione del volume verrà ufficializzata oggi pomeriggio ad Amatrice, nel corso della celebrazione del Te Deum presso la casa Sant’Agostino presieduta proprio da monsignor Pompili. Una preghiera che darà il via ai festeggiamenti per l’ultimo dell’anno che il Comune di Amatrice ha organizzato nel Campo Lazio, appena fuori il centro storico, per tenere unita il più possibile una comunità sparpagliata tra la costa e l’entroterra laziale.

La stessa area, dal giorno dell’Epifania, ospiterà il Meeting dei Giovani. Un appuntamento che lo scorso anno a Greccio fu benedetto proprio dalla visita a sorpresa di Papa Francesco, e che nelle intenzioni della Chiesa di Rieti vale come prima pietra della “Casa del Futuro”: il centro pastorale dedicato soprattutto ai giovani da realizzare nell’area dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia fondata dal sacerdote amatriciano don Giovanni Minozzi.