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Papa Francesco: "Formare un nuovo umanesimo del lavoro. Illegalità è come una piovra"

Papa Francesco incontra MCL | Papa Francesco arriva all'incontro con i membri del Movimento Cristiano Lavoratori, Aula Paolo VI, 16 gennaio 2016  | CTV Papa Francesco incontra MCL | Papa Francesco arriva all'incontro con i membri del Movimento Cristiano Lavoratori, Aula Paolo VI, 16 gennaio 2016 | CTV

Papa Francesco incontra i membri del Movimento Cristiano Lavoratori, e consegna loro tre parole con le quali vivere la loro vita associativa: educazione, condivisione e testimonianza. Ed esorta a formare un nuovo “umanesimo del lavoro”, che metta l’uomo, e non al profitto, al centro. Non solo: il Papa chiede di combattere l'illegalità, che definisce "come una piovra che non si vede". 

Il Movimento Cristiano lavoratori è nato nel 1970, e ora le sue attività si sono ampliate fino alla Terrasanta. Al 2012, aveva 345 mila iscritti. L’obiettivo è quello di promuovere l’affermazione dei principi cristiani nella vita, nella cultura, negli ordinamenti, nella legislazione.

L’incontro presenta due testimonianze introduttive (inviate per iscritto) e un discorso del presidente, cui fa seguito il discorso di Papa Francesco. Il quale resta colpito dal termine “vocazione del lavoro”, e sottolinea che “il lavoro è una vocazione” perché “nasce da una chiamata che Dio rivolse sin dal principio all’uomo. E la risposta a questa vocazione passa proprio attraverso le tre parole chiave suggerite dal Papa.

Prima di tutto, l’educazione, che significa “trarre fuori” e sta a significare “la capacità di estrarre il meglio dal proprio cuore”, non per insegnare meramente “qualche tecnica o impartire delle nozioni”, ma per “rendere più umani noi stessi e la realtà che ci circonda”.

Si deve formare – dice Papa Francesco – “un nuovo umanesimo del lavoro”, dove “l’uomo, e non il profitto, sia al centro; dove l’economia serva l’uomo e non si serva dell’uomo”.

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Ma educare “aiuta anche a non cedere agli inganni di chi vuol far credere che il lavoro, l’impegno quotidiano, il dono di se stessi e lo studio non abbiano valore”. Per questo è “urgente educare a percorrere la strada dell’onestà, fuggendo le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni”. Perché queste sono “tentazioni, piccole o grandi, ma si tratta sempre di ‘compravendite morali’, indegne dell’uomo: vanno respinte, abituando il cuore a rimanere libero”.

Sottolinea Papaa Francesco che queste “compavendite” ingenerano la mentalità “falsa e nociva” dell’illegalità, che è “come una piovra che non si vede: sta nascosta, sommersa, ma con i suoi tentacoli afferra e avvelena, inquinando e facendo tanto male”.

Quindi, la convidisione, perché “il lavoro dovrebbe unire le persone, non allontanarle, rendendole chiuse e distanti. Occupando tante ore nella giornata, ci offre anche l’occasione per condividere il quotidiano, per interessarci di chi ci sta accanto, per ricevere come un dono e come una responsabilità la presenza degli altri”.

Tra queste condivisioni, i progetti di Servizio civile del Movimento. Il Papa li plaude, sottolinea che “è importante che gli altri non siano solo destinatari di qualche attenzione, ma di veri e propri progetti. Tutti fanno progetti per sé stessi, ma progettare per gli altri permette di fare un passo avanti: pone l’intelligenza a servizio dell’amore, rendendo la persona più integra e la vita più felice, perché capace di donare” .  

Infine, la necessità di fare testimonianza. L’apostolo Paolo diceva: “Chi non vuol lavorare, neppure mangi”. Ma “oggi invece, ci sono persone che vorrebbero lavorare, ma non ci riescono, e faticano persino a mangiare”.

Il Papa aggiunge a braccio: "In questa colta Europa, il 40 per cento, a volte anche il 59 per cento secondo alcune statistiche, dei giovani sotto i 25 anni sono disoccupati. E cosa fa il giovane che non ha un'occupazione? Va nelle dipendenze, nei suicidi... e non sempre si pubblicano le statistiche dei suicidi! E' il dramma dei nuovi esclusi del nostro tempo, che vengono privati della loro dignità!" 

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Il Papa si rivolge ai membri del Movimento, ricorda che “voi incontrate tanti giovani che non lavorano: davvero, come avete detto, sono ‘i nuovi esclusi del nostro tempo’, e vengono privati della loro dignità”.

Sottolinea il Papa: “La giustizia umana chiede l’accesso al lavoro per tutti. Anche la misericordia divina ci interpella: di fronte alle persone in difficoltà e a situazioni faticose – penso anche ai giovani per i quali sposarsi o avere figli è un problema, perché non hanno un impiego sufficientemente stabile o la casa – non serve fare prediche; occorre invece trasmettere speranza, confortare con la presenza, sostenere con l’aiuto concreto”.

Ed è questa la testimonianza che incoraggia il Papa, la testimonianza di “di gratuità, di solidarietà, di spirito di servizio”, perché “il discepolo di Cristo, quando è trasparente nel cuore e sensibile nella vita, porta la luce del Signore nei posti dove vive e lavora”.