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Papa Francesco all'Angelus: “Il peccato ci rende impuri”. E poi si iscrive alla GMG

Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco si affaccia dalla finestra dell'appartamento pontificio durante uno dei consueti Angelus domenicali | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco si affaccia dalla finestra dell'appartamento pontificio durante uno dei consueti Angelus domenicali | Vatican Media / ACI Group

Il primo pellegrino della Giornata Mondiale della Gioventù 2019 è Papa Francesco, che dà il via alle iscrizioni per l’evento cliccando su un tablet al termine di un Angelus che è stato tutto concentrato sul senso di malattia e di peccato. “Non è la malattia che ci rende impuri, è il peccato che ci rende impuri”, ha detto il Papa.

Ispirato dal Vangelo del giorno, che vede Gesù toccare ogni tipo di malati e persino un lebbroso, allora giudicato impuro, Papa Francesco analizza il comportamento di Gesù passo dopo passo. Si tratta, tra l’altro, di un brano evangelico azzeccatissimo per la giornata, perché oggi si celebrano i 160 anni dall’apparizione della Vergine a Lourdes, nota Papa Francesco.

Ma chi erano i lebbrosi al tempo di Gesù? La lebbra – spiega il Papa – veniva considerata “una grave impurità”, che “comportava la separazione del lebbroso dalla comunità”, facendolo sentire “impuro davanti a Dio. Non solo davanti agli uomini, anche davanti a Dio”.

Quando il lebbroso dice a Gesù che se vuole può purificarlo, Gesù “ha compassione” di lui”, cosa che “lo spinge a stendere la mano” verso il lebbroso e a guarirlo. 

“Il fatto più sconvolgente – sottolinea Papa Francesco - è che Gesù tocca il lebbroso, perché ciò era assolutamente vietato dalla legge mosaica. Toccare un lebbroso significava essere contagiati anche dentro, nello spirito, cioè diventare impuri”.

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Succede l'opposto, cioè che l’influsso va “da Gesù al lebbroso per donargli la purificazione”, in un evento che ci fa ammirare “l’audacia di Gesù, che non si preoccupa né del contagio né delle prescrizioni, ma è mosso solo dalla volontà di liberare quell’uomo dalla maledizione che lo opprime”.

Papa Francesco conclude: “Nessuna malattia è causa di impurità: la malattia certamente coinvolge tutta la persona, ma in nessun modo intacca o impedisce il suo rapporto con Dio. Anzi, una persona malata può essere ancora più unita a Dio. Invece il peccato, quello sì che ci rende impuri!”

C’è bisogno di essere purificati dall' “egoismo, la superbia, l’entrare nel mondo della corruzione”, malattie del cuore cui veniamo purificati se lo chiediamo attraverso il sacramento della Riconciliazione “con cuore pentito”. Il Papa chiede un momento di silenzio, per guardare "dentro di sé, ma per guardare le proprie impurità, i propri peccati, e ognuno di noi in silenzio dice a Gesù 'Se vuoi puoi purificarmi.'" 

Il Papa sottolinea che con la Riconciliazione  “la lebbra del peccato scompare, ritorniamo a vivere con gioia la nostra relazione filiale con Dio e siamo riammessi pienamente nella comunità”.

Dopo l’Angelus, il Papa si iscrive alla Giornata Mondiale della Gioventù, invitando “tutti i giovani del mondo a vivere con fede e con entusiasmo questo evento di grazia e di fraternità, sia recandosi a Panama, sia partecipando nelle proprie comunità”.

Il Papa quindi invia gli auguri per il capodanno lunare, che si celebra il prossimo 15 febbraio in Estremo Oriente e in varie parti del mondo, invitando chi festeggia a “pregare per il dono della pace”, e mandando un saluto alle famiglie di quanti festeggiano, "con l’augurio che in esse si vivano sempre di più la solidarietà, la fraternità e il desiderio di bene, contribuendo a creare una società in cui ogni persona viene accolta, protetta, promossa e integrata".

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Infine, un saluto per la comunità congolese di Roma: il Papa si associa alla preghiera della comunità per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e ricorda che “questa intenzione sarà particolarmente presente nella Giornata di preghiera e digiuno che ho indetto per il 23 febbraio”.