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Papa Francesco: il sì di Maria, i mezzi sì di tanti cristiani

Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus del Giorno dell'Immacolata, 8 dicembre 2016 | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus del Giorno dell'Immacolata, 8 dicembre 2016 | Daniel Ibanez / ACI Group

Dal “no” di Adamo al “sì” dì Maria, passando per i “mezzi sì” di tanti cristiani di oggi. Papa Francesco guarda “alle origini del bene e del male” nell’Angelus del Giorno dell’Immacolata Concezione, al termine del quale invita poi i fedeli a seguirlo nel tradizionale appuntamento del pomeriggio a piazza di Spagna, quando il Papa si recherà a pregare ai piedi della statua dell’Immacolata, dove verrà deposta una corona di fiori. E dopo - e questa è una novità - andrà a Santa Maria Maggiore, per onorare la "Salus Populi Romani". E', questo, un luogo caro a Papa Francesco, dove va a pregare prima e al termine di ogni viaggio apostolico. 

Quali sono le origini del bene e del male? L’origine del male è il no di Adamo, quando “l’uomo ha preferito guardare a se stesso piuttosto che al suo Creatore”, ma “così facendo ha cominciato ad avere paura”, che "è uno dei sintomi" del male.  “Questo fa il peccato”, chiosa il Papa. Eppure – aggiunge – Dio non lascia l’uomo solo, lo cerca con pazienza, gli chiede "Dove sei?" che significa "fermati, che stai facendo?" fino “a colmare la distanza creatasi alle origini”, ovvero fino al sì di Maria. Un sì che rende possibile che “Dio viene abitare in mezzo a noi”

Gesù – afferma il Papa – “ha cominciato in Maria il suo cammino sulle strade dell’umanità. Non è apparso già adulto e forte, ma ha seguito tutto il percorso di un essere umano. Non si è fatto in tutto uguale a noi, eccetto una cosa: il peccato”. E per questo è stata scelta Maria, “senza peccato”, ovvero “immacolata”, che dà “un sì pieno senza condizioni”.

“Come il no delle origini – sottolinea Francesco - aveva chiuso il passaggio dell’uomo a Dio, così il sì di Maria ha aperto la strada a Dio fra noi. È il sì più importante della storia, il sì umile che rovescia il no superbo delle origini, il sì fedele che guarisce la disobbedienza, il sì disponibile che ribalta l’egoismo del peccato”.

Anche gli uomini sono chiamati a scegliere tra il dire sì o no, ma – dice il Papa – “a volte siamo esperti di mezzi sì. Siamo bravi a far finta di non capire bene ciò che Dio vorrebbe e la coscienza ci suggerisce. Siamo anche furbi e per non dire un no vero e proprio a Dio diciamo: ‘non posso’, ‘non oggi, ma domani’; ‘domani sarò migliore, domani pregherò, farò del bene, domani’.” 

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Ma “il male approfitta di questi sì mancati” che chiudono la porta al bene, mentre “ogni sì pieno a Dio dà origine a una storia nuova”. “Dire sì a Dio – mette in luce il Papa – è davvero ‘originale’, non il peccato che ci fa vecchi dentro”. "Ci avete pensato? Il peccato ci fa vecchi". Il Papa invita a dire "ciascuno di noi" questo "sì personale a Dio". 

Dopo la recita dell’Angelus, il Papa dà appuntamento a Piazza di Spagna, nel pomeriggio. Ma non prima di aver ricordato il forte terremoto che ha colpito l’isola di Sumatra, in Indonesia: un sisma di 6,5 gradi di scala Richter che ha provocato almeno 100 morti e moltissimi feriti. Un ricordo speciale anche per l’Azione Cattolica, cui si rinnova l’adesione oggi. “La Vergine – prega il Papa - benedica l’Azione Cattolica e la renda sempre più scuola di santità e di generoso servizio alla Chiesa e al mondo”.