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Papa Francesco: “La misericordia parte dal cuore per arrivare alle mani”

Papa Francesco, Udienza 10 agosto |  | Alan Holdren, ACI Group
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Papa Francesco, Udienza 10 agosto |  | Alan Holdren, ACI Group
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Papa Francesco, Udienza 10 agosto |  | CTV
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Papa Francesco Udienza 10 agosto |  | CTV
Papa Francesco Udienza 10 agosto | | CTV
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La Catechesi della seconda Udienza del mese di agosto di Papa Francesco è incentrata sul tema della tenerezza e della compassione, ma soprattutto sulla misericordia di Dio, che guarisce il cuore di ognuno di noi e rende capaci di compiere opere di bene. Un’affollata e molto festiva Aula Paolo VI ha accolto il Papa che ha commentato ai presenti un miracolo di Gesù “veramente grandioso”: la resurrezione di un ragazzo.

“Il cuore di questo racconto – dice il Papa nell’incipit del suo discorso - non è il miracolo, ma la tenerezza di Gesù verso la mamma di questo ragazzo. La misericordia prende qui il nome di grande compassione verso una donna che aveva perso il marito e che ora accompagna al cimitero il suo unico figlio. È questo grande dolore di una mamma che commuove Gesù e lo provoca al miracolo della risurrezione”.

Nell’introdurre questo episodio il Papa si sofferma sui molti particolari in cui indugia l’Evangelista Luca. Primo fra tutti la Porta della cittadina di Nain: “Gesù, seguito dai discepoli e da una grande folla sta per entrare nell’abitato, mentre da esso sta uscendo il mesto corteo che accompagna un defunto, con la madre vedova e molta gente. Presso la porta i due gruppi si sfiorano solamente andando ognuno per la propria strada, ma è allora che san Luca annota il sentimento di Gesù: vedendo la donna, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: “Non piangere!”. Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Grande compassione guida le azioni di Gesù: è Lui che ferma il corteo toccando la bara e, mosso dalla profonda misericordia per questa madre, decide di affrontare la morte, per così dire, a tu per tu. E l'affronterà definitivamente, a tu per tu, sulla Croce”.

Da qui un invito di Papa Francesco nell’associare la Porta di Nain alla Porta Santa del Giubileo della Misericordia: “Durante questo Giubileo sarebbe buona cosa che varcando la porta i pellegrini pensassero a questo episodio accaduto sulla porta di Nain. Ognuno giunga sulla Porta Santa portando la sua vita, i suoi progetti, fallimenti, dubbi, timori, per presentarla alla Misericordia del Signore… Il Signore si fa vicino ad ognuno di noi”.

 “Non piangere” dice Gesù alla donna. “Questa – spiega il Papa -  è la porta dell’incontro tra il dolore dell’umanità e la compassione di Dio. Varcando la soglia compiamo il nostro pellegrinaggio verso la misericordia. Il Signore dice a tutti: “Dico a te, alzati”!

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“Dio ci vuole in piedi – esclama Francesco - ci ha creato per essere in piedi! La parola chiave è “Alzati, mettiti in piedi, come ti ha creato Dio! Nel varcare la porta Santa cerchiamo di sentire questa parola “Alzati”! La parola potente di Gesù può operare in noi il passaggio dalla morte alla vita, sulla Porta Santa è inciso per ognuno l’inesauribile tesoro della misericordia di Dio".

Poi il Papa passa alla parte finale del racconto: il morto poi si mise seduto e cominciò a parlare ed egli lo restituì a sua madre. “Questa frase è tanto bella – dice il Papa - indica la tenerezza di Gesù”. La madre ritrova il figlio e diventa madre per la seconda volta, madre e figlio ricevono cosi la rispettiva identità grazie alla parola potente di Gesù e al suo gesto amorevole”.

“Celebrando questo Giubileo – conclude il Papa nella sua catechesi - che ho voluto fosse vissuto in tutte le chiese del mondo e non solo a Roma, è come se tutta la chiesa sparsa nel mondo si unisse nell’unico canto di lode al Signore. Avviandoci alla porta della misericordia, ognuno sa di avviarsi al cuore misericordioso di Gesù. E’ Lui la vera porta della salvezza.  La misericordia parte dal cuore per arrivare alle mani. Gesù ti guarda, ti guarisce, ti dice alzati e con il cuore guarito da Gesù compio le opere di misericordia con le mie mani, per quanti hanno bisogno”.

Nel saluto ai pellegrini di lingua italiana Francesco ricalca il concetto della "misericordia che parte dalle mani e arriva al cuore" e racconta di un vescovo che gli ha confidato di aver fatto costruire nella sua cattedrale due porte della misericordia, una "in entrata" e una "in uscita". "Anche noi facciamo lo stesso - commenta il Papa - entriamo nella chiesa dalla porta della misericordia per ricevere il perdono di Gesù e usciamo per la stessa porta della misericordia, è la chiesa in uscita, fate questo eh!".