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Papa Francesco, l'appello per la giustizia. In vista della misericordia di Dio

Papa Francesco all'udienza generale | Papa Francesco durante l'udienza generale del 2 marzo 2016 | CTV Papa Francesco all'udienza generale | Papa Francesco durante l'udienza generale del 2 marzo 2016 | CTV

Povero, orfano e vedova: la Bibbia è chiara sulle categorie più deboli da proteggere, perché i peccati siano rimessi. E Papa Francesco riprende questo tema nell’udienza generale, riprendendo le parole di Isaia: “Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova…” Ma anche “Pensate ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare”. Perché così “dice il Signore, i peccati, anche se fossero scarlatti, diventeranno bianchi come la neve, candidi come la lana”.

Continua il ciclo di udienze generali dedicate alla misericordia. E Papa Francesco dedica l’udienza alla necessità di un cuore puro. Con una postilla. “Dio non gradisce l’offerta, se questa è fatta con mani sporche del sangue dei fratelli. Alcuni benefattori della Chiesa che vengono con l’offerta, e questa offerta è frutto del sangue di tanta gente sfruttata, maltrattata, schiavizzata, con lavoro malpagato. Io dirò a questa gente: per favore, portati indietro il tuo assegno, brucialo. Il Popolo di Dio, cioè la Chiesa, non ha bisogno di soldi sporchi, ha bisogno di cuori aperti alla misericordia di Dio”.

La figura che introduce l’udienza generale è quella del padre di famiglia, che “ama i suoi figli, li aiuta, se ne prende cura e li perdona, e come padre li educa e li corregge quando sbagliano”. Ed è proprio quello che indica il passo del profeta Isaia.

Racconta il Papa: “Dio mediante il profeta parla al popolo con l’amarezza di un padre deluso. Ha fatto crescere i suoi figli e ora loro si sono ribellati contro di lui. Persino gli animali sono fedeli al loro padrone. Il popolo non riconosce Dio, si rifiuta di comprendere. Pur ferito, Dio lascia parlare l’amore e si appella alla coscienza di questi figli degeneri perché si ravvedano e si lascino di nuovo amare”.

Ma Dio “ci viene incontro perché noi ci lasciamo amare da lui”. Nonostante, come tutti i figli, il popolo di Dio abbia snaturato l’alleanza. “La libertà diventa pretesa di autonomia, pretesa di orgoglio, che porta all’illusione di autosufficienza. Ed ecco che Dio richiama il suo popolo: Avete sbagliato strada”.

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Sottolinea Papa Francesco: “Dio non ci rinnega mai. Noi siamo il suo popolo. Il più cattivo degli uomini, la più cattiva delle donne, i più cattivi dei popoli sono suoi figli. E questo è Dio: mai, mai rinnega noi”.

Ma se ci allontaniamo da Dio, se non obbediamo, ci macchiamo di una colpa grave. Come il Popolo di Dio, che cade in vanità, stoltezza, idolatria, e che vede per questo il Pase devastato, e Sion resa inabitabile. Ma “anche questo momento doloroso è in vista della salvezza.” e “la punizione diventa lo strumento per provocare a riflettere. Si comprende così che Dio perdona il suo popolo, fa grazia e non distrugge tutto, ma lascia aperta sempre la porta della speranza. La salvezza implica la decisione di ascoltare e lasciarsi convertire, ma rimane dono gratuito”.

Dice il Papa: “Quando uno è ammalato va dal medico, quando uno si sente peccatore va dal Signore, ma se invece di andare dal medico va dallo stregone, non guarisce… tante volte preferiamo andare per le strade sbagliate cercando una giustificazione, una giustizia, una pace che ci viene regalata come dono dal proprio Signore se non andiamo su una strada e cerchiamo lui”.

Ricorda infine Papa Francesco: “La misericordia di Dio è offerta a tutti. Queste parole del profeta valgono oggi per tutti noi, chiamati a vivere come figli di Dio”.

Tra le delegazioni, quella della fiaccola di San Benedetto "Pro Pace et Europa Una", accompagnata dal vescovo di Spoleto Norcia Renato Boccardo. 

 

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