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Papa Francesco: “L’Avvento apra l’orizzonte del nostro cuore”

Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus del 27 novembre 2016 | CTV Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus del 27 novembre 2016 | CTV

La preghiera per le popolazioni del Nord Italia, colpite dalle alluvioni causate dal maltempo, arriva al termine di un Angelus tutto dedicato alla fine dei giorni. È tempo di Avvento, tempo di attesa della venuta del Signore. Lo ricorda Papa Francesco durante l’Angelus, sottolineando che questo è “uno dei temi più suggestivi” del periodo che comincia proprio oggi. E rimarcando che “il Vangelo ci apre ad na dimensione più grande” quando parla dei segni dei tempi.

È una giornata di novembre, assolata, ma che già porta con sé un po’ del freddo che si sperimenterà a dicembre. Parlando della visita del Signore all’umanità, Papa Francesco distingue tre momenti.

Il Papa ricorda che la prima visita di Gesù è avvenuta con l’incarnazione, ovvero “la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme”, ma la seconda avviene nel presente, perché “il Signore ci visita continuamente, ogni giorno, cammina al nostro fianco ed è una presenza di consolazione. Ma è l’ultima visita quella cui si guarda sempre, quella che “avverrà alla fine dei tempi”, come viene ricordata nel Credo. Il Vangelo che apre il tempo di Avvento parla proprio di quest’ultima visita e “ci dice dove approderà il nostro cammino”. 

“La parola di Dio – sottolinea il Papa - fa risaltare il contrasto tra lo svolgersi normale delle cose, la routine quotidiana, e la venuta improvvisa del Signore”. Colpisce “pensare alle ore che precedono una grande calamità”, dice Francesco, perché “tutti fanno le cose solite senza rendersi conto che la loro vita sta per essere stravolta”.

Ma il Vangelo “non vuole farci paura”. Piuttosto, vuole “aprire il nostro orizonte alla dimensione, ulteriore, che da una parte relativizza le cose di ogni giorno, ma al tempo stesso le rende preziose, decisive”.

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E così “la relazione con il Dio che viene a visitarci dà ad ogni gesto, a ogni cosa, una luce diversa, uno spessore, un valore simbolico”. È da questa prospettiva – afferma il Papa – che viene l’invito alla sobrietà, ovvero a governare le realtà materiali piuttosto che ad esserne dominati, perché “se, al contrario, ci lasciamo condizionare e sopraffare da esse, non possiamo percepire che c’è qualcosa di molto più importante: il nostro incontro finale con il Signore che viene per noi”, e "quello è l'importante". 

Il Vangelo invita dunque alla vigilanza, dice il Papa. Che sottolinea: “In questo tempo di Avvento, siamo chiamati ad allargare l’orizzonte del nostro cuore, a farci sorprendere dalla vita che si presenta ogni giorno con le sue novità. Per fare ciò occorre imparare a non dipendere dalle nostre sicurezze, dai nostri schemi consolidati, perché il Signore viene nell’ora in cui non immaginiamo. Viene per introdurci in una dimensione più bella e più grande”.

Dopo l’Angelus, il pensiero del Papa va alle popolazioni del Centro America, specialmente Costa Rica e Nicaragua. In quell’area, si è scagliato l’uragano Otto, provocando vittime, e il Nicaragua è stato anche colpito da un terremoto di scala 7.2 che, avvenuto al largo delle sue coste, ha tenuto tutti con il fiato sospeso per il rischio tsunami, ora fortunatamente rientrate. Prega anche per le popolazioni del Nord Italia, colpite da varie alluvioni. E infine, dopo i saluti, augura a tutti un buon Avvento. "Che sia - afferma un tempo di speranza: andare incontro al Signore che viene incontro a noi. La speranza vera, fondata sulla fedeltà di Dio e sulla nostra responsabilità".