Advertisement

Gli appelli del Papa: no alla guerra e alla pena di morte, cancellazione del debito

Papa Francesco | Papa Francesco durante una celebrazione in piazza San Pietro | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco | Papa Francesco durante una celebrazione in piazza San Pietro | Daniel Ibanez / ACI Group

Nell’Anno della Misericordia, Papa Francesco ribadisce il suo no alla guerra, invita asentirci fratelli e sorelle in modo da superare ogni conflitto, e fa l’ennesimo appello contro la pena di morte: il tutto in un messaggio inviato ai partecipanti alla Conferenza Non Violence and Just Peace. Contributing to the Catholic Understanding of and Commitment to Nonviolence, organizzato dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pax Christi. 

Il convegno si tiene dall’11 al 13 marzo, e da molti commentatori è salutato come il convegno in cui si discuterà di un superamento del concetto di “guerra giusta”. Di certo, nello scenario da “terza guerra mondiale a pezzi” e di globalizzazione dell’indifferenza, c’è bisogno di uno sguardo cristiano per superare i conflitti. E questo Papa Francesco lo sa.

Il Papa inquadra l’evento nel Giubileo della Misericordia, e sottolinea che “è necessario operare per una pace vera tramite l’incontro fra persone concrete e la riconciliazione tra popoli e gruppi che si affrontano da posizioni ideologiche contrapposte e impegnarsi per realizzare quella giustizia cui le persone, le famiglie, i popoli e le nazioni sentono di aver diritto, sul piano sociale, politico ed economico per compiere la loro parte nel mondo”.

Due sono le vie per la pace, per Papa Francesco: una è la via diplomatica, l’altra è la promozione della giustizia, e in questa si inserisce “la riflessione per rilanciare il percorso della non violenza, e in specie della non violenza attiva, costituisce un necessario e positivo contributo”.

Da qui il plauso alla conferenza. Con alcune premesse: che la Chiesa condanna la guerra (lo ha fatto il Concilio Vaticano II), che il conflitto non può essere ignorato, ma anzi accettato in modo di risolverlo.

Advertisement

E con una consapevolezza: che “solamente considerando i nostri simili come fratelli e sorelle potremo superare guerre e conflittualità”. E questo “non vale solo a livello individuale, ma anche a livello dei popoli e delle nazioni”, e infatti si parla di “Famiglia delle Nazioni”.

C’è un ostacolo perché questo avvenga , ed è il muro “dell’indifferenza”. Un muro che non è parte di “un linguaggio figurato”, ma “una triste realtà”. E si potrà superare l’indifferenza – dice il Papa – solo “se saremo capaci di usare misericordia”. Il Papa parla dunque della politica della solidarietà, un atteggiamento “che meglio risponde alla presa di coscienza delle piaghe del nostro tempo e dell’interdipendenza tra la vita del singolo e della comunità famigliare”.

Il Papa vede all’orizzonte un “grande compito non violento” nel creare ponti e sviluppare dialogo. E chiede ai partecipanti alla conferenza di sostenere il suo appello per l’abolizione della pena di morte, con la possibilità di un’amnistia; l’appello per la cancellazione del debito internazionale per gli Stati più poveri”.