Papa Francesco si inginocchia, si confessa lui per primo, e poi ascolta la confessione di sette penitenti, tre uomini e quattro donne, tutti laici, per una cinquantina di minuti. Le immagini staccano da lui nel momento in cui si approccia al confessionale, e alternano musica e scorci della Basilica e dei fedeli in penitenza. Si conclude così la celebrazione penitenziale nella Basilica Vaticana, guidata dallo stesso Papa Francesco.

Il libretto della celebrazione prevede una omelia, al termine del Vangelo che racconta di come Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, chiedono a Gesù di sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. Ma Papa Francesco non pronuncia alcuna parola. Lascia tutti in una lunga meditazione silenziosa, che dura almeno 10 minuti, prima della confessione generale dei peccati. Quindi, il momento delle confessioni, con i penitenzieri pronti ad ascoltare i penitenti. E il primo penitente è proprio Papa Francesco.

È, in fondo, questo il senso della celebrazione, che precede l’iniziativa “24 ore per il Signore”, lanciata nel 2014 dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione per esaltare, appunto, il sacramento della confessione.

 Le "24 ore per il Signore" hanno luogo nella Quarta domenica di Quaresima, la cosiddetta “domenica in Laetare”, e così sarà anche quest’anno, quando – il 24 e 25 marzo – numerose diocesi del mondo daranno vita a questa giornata di adorazione e confessione. Il tema di quest’anno è “Misericordia io voglio”.