Vado in Carcere il Giovedi Santo sull’esempio di Agostino Casaroli. Papa Francesco lo dice in una conversazione con il quotidiano La Repubblica.

Oggi pomeriggio il Papa sarà al Carcere di Paliano per la Messa in Coena Domini e la lavanda dei piedi. “Da sacerdote - ricorda Papa Francesco- ha svolto per anni apostolato nel carcere minorile di Casal del Marmo.

Tutti i sabati sera spariva: “Si sta riposando”, dicevano. Arrivava in autobus, con la sua borsa da lavoro, e rimaneva a confessare i ragazzi e a giocare con loro. Lo chiamavano don Agostino, nessuno sapeva bene chi fosse. Quando Giovanni XXIII lo ricevette dopo la sua prima visita nei Paesi dell’Est, in missione diplomatica in piena Guerra Fredda, al termine dell’incontro gli chiese: “Mi dica, continua a andare da quei ragazzi?” “Sì, Santità”. “Le chiedo un favore, non li abbandoni mai”. Fu quella la consegna lasciata a Casaroli dal Papa Buono, che sarebbe morto qualche mese dopo»”.

Nel testo il Papa parla della drammaticità di quella che chiama sempre “guerra mondiale a pezzi” e insiste sulle questioni del traffico delle armi, della necessità di misericordia, della attenzione agli ultimi e del ruolo delle donne. Francesco torna a ricordare l’atteggiamento giusto nei confronti di chi è in carcere: “Quando si rimane chiusi nei propri pregiudizi, o si è schiavi degli idoli di un falso benessere, quando ci si muove dentro schemi ideologici o si assolutizzano leggi di mercato che schiacciano le persone, in realtà non si fa altro che stare tra le strette pareti della cella dell’individualismo e dell’autosufficienza, privati della verità che genera la libertà. E puntare il dito contro qualcuno che ha sbagliato non può diventare un alibi per nascondere le proprie contraddizioni”.