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Parolin: “L’ordine mondiale senza Dio non porta alcun risultato accettabile”

Cardinale Pietro Parolin | Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano | Marco Mancini / ACI Stampa Cardinale Pietro Parolin | Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano | Marco Mancini / ACI Stampa

Le potenze del mondo hanno la tendenza a non guardare oltre l’orizzonte terreno. Ma questo “non ha mai portato ad alcun risultato accettabile”. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, parla a margine del convegno "Damasco, prisma di speranze", organizzato dal Pontificio Istituto Orientale per celebrare i cento anni dalla fondazione. Un convegno tutto dedicato alla Siria, per dare una risposta alla crisi che non sia solo pratica, ma culturale, andando a fondo sulle questioni. La Siria come specchio in cui guardare i mali del mondo. E lì, dal Medio Oriente dove sono nate le grandi religioni monoteistiche, può arrivare una soluzione proprio a partire dalla comune fede in un unico Dio.

Si è parlato della volontà di costruire un ordine mondiale senza Dio. Eminenza, lei vede questo rischio?

Certamente, ci sono delle tendenze in questo senso. La tentazione di sempre è quella di non guardare oltre l’orizzonte terreno. Abbiamo però visto che questo tentativo non ha portato a nessun risultato accettabile. Credo che l’ispirazione a Dio cui si rifanno tutte le grandi religioni monoteistiche può diventare fonte di ispirazione e di impegno concreto per costruire una società più giusta e più solidale.

Tre anni fa, all’inizio del suo Pontificato, Papa Francesco aveva lanciato una giornata di preghiera per la pace in Siria e in Medio Oriente, accompagnata da un incontro con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per spiegare quale era la posizione vaticana. Dopo tre anni, e cinque anni di guerra, nella difficile situazione di Aleppo, è il momento di una nuova iniziativa?

Noi speriamo che anche da questo convegno potranno venire degli spunti e delle indicazioni molto utili per il futuro, riguardo quali iniziative prendere e quali posizioni assumere, per dare un impulso affinché la guerra termini attraverso la ricerca di una soluzione negoziata. Attualmente non ci sono iniziative precise, ma si potranno pensare. Immagino soprattutto ad una iniziativa di preghiera, perché la preghiera ha una grande forza di cambiare le cose.

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In questo concistoro, Papa Francesco ha voluto creare il nunzio in Siria, Mario Zenari, che resta in quella che il Papa ha chiamato “l’amata Siria”. Che tipo di segnale è?

Con questa decisione, il Papa ha voluto esprimere un grande segno di vicinanza alla Siria. D’altronde, Papa Francesco, in moltissime maniere, ha testimoniato la sua vicinanza, la sua preoccupazione, il suo interesse per la Siria. E questa è un’altra manifestazione di quell’interesse, a sottolineare anche come la Santa Sede, attraverso il nunzio apostolico, è stata lì, sul posto, senza mai abbandonare quella popolazione e quella Chiesa. Al di là di ogni formula diplomatica, si è trattato di una vicinanza umana e di una vicinanza ecclesiale.