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Pedofilia, Meter porta alla luce altri 40 casi. Don Di Noto: “Non ci fermiamo!”

Don Di Noto | Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter | da Radio Vaticana Don Di Noto | Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter | da Radio Vaticana

“Non ci fermiamo!” Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter che ormai da un quarto di secolo combatte la pedofilia, lo scandisce forte con ACI Stampa. Dopo aver comunicato la scoperta di altri 40 video che riprendono decine di bambine legate e stuprate dentro ‘stanze di hotel’ da soggetti adulti che riprendono con telecamere le scene, l’Associazione Meter ha persino subito insulti minacce. Ma questo non arretra di una virgola il suo impegno.

Meter da anni mostra l'orrore della pedofilia. Perché la pedofilia è così diffusa?

Se un tempo la perversione sessuale accadeva per disturbi mentali o per devianze attuate in una società che riteneva il bambino poco più che un oggetto, oggi, la pedofilia –ritenuta una malattia psichiatrica lucida (il soggetto è consapevole di quello che compie) è anche un vastissimo movimento ideologico che vuole normalizzarla come ‘orientamento sessuale’ per il benessere dei bambini. Idea che giustifica, in maniera del tutto evidente, la poca reazione globale al fenomeno, dato che si tratta di un crimine che pervade ogni longitudine e latitudine, ogni ceto sociale e che colpisce face di bambini poveri, ricchi, emarginati e senza amore. I numeri del report annuale di Meter offrono una mappatura unica al mondo di un lavoro costante di denuncia e di percorsi di accoglienza e guarigione delle vittime. Sia nella periferie esistenziali che in quelle tecnologiche.

La Chiesa cattolica da sempre si è occupata dei deboli, e ha difeso i bambini dalla pedofilia. Ma tutto le si è ritorto contro quando gli stessi sacerdoti si sono macchiati di quel crimine. Quanto incide la pedofilia (o efebofilia) nella Chiesa?

Benedetto XVI provò una grande vergogna e con lui in maniera chiara e inequivocabile si iniziò un cammino di profondo cambiamento nella percezione del problema, nell’assunzione dei vescovi (cosa che ancora oggi deve diventare certezza e consapevolezza nell’agire e non nel nascondere, o coprire, o sottovalutare il fenomeno e il crimine della pedofilia) di responsabilità. Un atto così abominevole e ignobile non solo distrugge e rende doloroso il presente e il futuro della vita dei bambini, ma anche nel rapporto di fede e di fiducia con la Chiesa, che invece di essere una casa sicura, diventa una casa dove infesta il male e l’orrore. Le norme, le indicazioni, le linee guida siano sempre attuate e rese presenti per garantire protezione, accoglienza, guarigione delle vittime. Francesco, continuando l’opera di pulizia e di rinnovamento di Benedetto XVI. La pedofilia, gli abusi, e chi li compie sono definiti come ‘messe nere’, possiamo dire ‘celebrazioni di morte’, perché sono atti di antivita. Ledono la dignità dei bambini in maniera permanente, con danni duraturi e che influiscono nella vita per sempre. La Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori costituita da Papa Francesco, di cui io non ho titolo per dire come lavora ed è impegnata, spero che compia passi non celebrativi ma operativi. Consapevolezza del triste dramma e fenomeno è anche attuare tutto ciò che è in nostro potere, anche a livello pastorale, che la prossimità per l’infanzia non sia solo occasionale ma duratura. Molte sono le opere per i bambini, e la Chiesa fa tanto, spesso nel silenzio. Ma la pedofilia non si combatte nel silenzio in esso può vincere il male.

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Si parla sempre delle mosse di Papa Francesco nella lotta alla pedofilia nella Chiesa, ma tu conosci il lavoro di altri Papi, e Meter è sulla piazza da tanti anni. In che modo Meter ha contribuito a creare consapevolezza del dramma all'interno della Chiesa? E in che modo i Papi che hai vissuto hanno raccolto la sfida?

Meter opera da 25 anni nel campo del contrasto della pedofilia e nella promozione dei diritti dell’infanzia. E’ stata pioniere per quanto riguarda l’attenzione alla pedofilia online (3milioni di siti e riferimenti pedo-pornografici denunciati; 1400 vittime accolte e accompagnate; 3.000 convegni solo negli ultimi 13 anni; campagne di sensibilizzazione; percorsi pastorali di formazione in decine di diocesi e centinaia di parrocchie; impegni accademici e di studio, laboratori educativi per l’infanzia e le famiglie; contributi per nuove norme al Parlamento italiano ed europeo ed altro ancora). Nella Chiesa siamo sempre stati disponibili e attenti alle necessità e nel rispondere ai bisogni e alle esigenze. La Conferenza Episcopale Italiana ci ha sempre sostenuto, come anche abbiamo partecipato con il nostro contributo agli incontri della Conferenza dei Vescovi di lingua Anglofona e tanti nel mondo hanno preso come modello Meter per l’impegno concreto contro gli abusi sui bambini. Non ultimo, da 20 anni (quest’anno cade il 1 maggio) la Giornata dei Bambini Vittime contro la pedofilia, lo sfruttamento, l’indifferenza che ha momenti intensi di preghiera e di azione sociale nella informazione e nella prevenzione e che ha sempre avuto (con Benedetto XVI e Francesco) una attenzione particolare con i saluti e i messaggi speciali. Incontrando papa Francesco ha percepito la forza, la sensibilità, il dolore e l’impegno ad andare avanti su questa strada. Difendere e tutelare l’infanzia nella Chiesa è un impegno prioritario, non soltanto dai Papi, ma di ogni uomo e donna, di ogni credente. Non è solo un fatto transitorio ma permanente e quindi di tutti. non possiamo tollerare questo scempio e questo crimine.