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Processo Bambino Gesù in Vaticano, i difensori chiedono disciplina ai giornalisti

Giuseppe Profiti all'uscita del Tribunale  |  | AA Giuseppe Profiti all'uscita del Tribunale | | AA

Si è aperto in Vaticano il processo contro Giuseppe Profiti e Massimo Spina per peculato tramite distrazione di fondi dalla Fondazione Bambino Gesù a favore dell’imprenditore Bandera per lavori all’immobile di proprietà del Governatorato destinato alla residenza del Segretario di Stato emerito.

Nelle udienza preliminare, la prima richiesta degli avvocati della difesa di ufficio dei due imputati ha chiesto che i giornalisti non fossero in aula, perché, hanno detto, disturbavano e pressavano dando palesi cenni di assenso e di dissenso. Il processo deve essere pubblico, ha risposto, però il presidente del Collegio Giudicante Papanti Pellettier, che sostituisce Dalla Torre che è parte del consiglio di amministrazione del Bambino Gesù.

Gli avvocati tentano di affermare che non c’è giurisdizione sul caso da parte del Vaticano perché il reato sarebbe stato semmai compiuto in Italia sede della Fondazione e in Inghilterra dove i soldi sono stati inviati. Ma il Promotore di giustizia e poi il Tribunale confermano che il reato è avvenuto nel momento in cui si è disposto il bonifico e lo si è fatto da conti APSA, quindi in Vaticano.

La difesa tenta anche di proporre che i due imputati non siano pubblici ufficiali, ma di fatto statuti e leggi vaticane, comprese quelle recenti volute da Papa Francesco, definiscono il ruolo del pubblico ufficiale e collima con gli incarichi dei due imputati.

Blasi, avvocato di Profili e Ottaviani, avvocato di Spina, chiedono anche che testimoni ed imputati siano ascoltati in rapida successione per non avere troppo influenze e pressioni  mediatiche.

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Non è neanche una questione quanto sia esattamente la cifra: la distrazione di fondi rimane.

Alla richiesta dei testimoni arriva anche un accenno ad un testo scritto  consegnato agli atti del cardinale Bertone che l’avvocato Ottaviani ritiene essenziale, tanto da chiedere al Tribunale l’eventuale citazione come testimone dell’ex Segretario di Stato. Presidente e Promotore di Giustizia sono d’accordo: se servirà se ne parlerà.

Alla fine si fa il calendario. Le ferie finirebbero il 20 settembre, ma per fare presto e per l’importanza dei temi ci si accorda per il 7, 8 e 9 settembre prossimo. Con una battuta di Papanti -Pellettier: “non avviene nei altri Stati ma in Vaticano concordiamo sempre per la calendarizzazione”.

I due imputati escono dopo un po’ dall’aula. Profiti elegantissimo e abbronzato con lo sguardo fiero, Spina più teso e preoccupato. Pronti ad incontrare la stampa anche se frenati dagli avvocati.

Tra i presenti tra il pubblico anche Jeffrey Lena, consulente giuridico della Santa Sede.

Tutto rimandato quindi dopo l’estate.

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