Sarà monsignor Arturo Aiello a presiedere, giovedì 6 agosto, nella Cattedrale di Molfetta, la celebrazione del trigesimo per mons. Luigi Martella, vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, prematuramente scomparso qualche settimana fa. Nell’occasione sarà distribuito il numero speciale di Luce e Vita con il testamento spirituale di “don Gino”.

“A Dio che mi ha donato la vita sono infinitamente grato – scriveva mons. Martella nel 2008 -. Pur consapevole della mia debolezza, confermo fiducioso il mio abbandono al Padre provvidente, all'amabilissimo Figlio suo Gesù, allo Spirito Santo, forza e potenza di amore incontenibile. Credo e amo la Chiesa di cui spero di essere una minuscola, ma vivida scintilla. Mi affido alla Vergine Santa, Madre dolcissima e tenerissima, alla quale sempre ho rivolto lo sguardo filiale orante, perché il suo amore rendesse più sicuri i miei passi talvolta incerti e vacillanti”.

Ancora: “Amo la Chiesa che è in Otranto che mi ha guidato nel discernimento vocazionale. Amo il mio paese natale, culla dolcissima dei miei sogni, dei miei progetti e delle mie attese. Amo la Chiesa che è in Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mia sposa, alla quale la Provvidenza mi ha destinato come Pastore e che ho cercato di servire con passione e abnegazione”.

“Al Padre celeste, fonte di ogni dono, esprimo ancora la mia gratitudine per avermi fatto nascere in una famiglia umile e dignitosa, laboriosa e timorata di Dio – le parole del vescovo di Molfetta -.Lo ringrazio per il dono della vocazione al ministero presbiterale ed episcopale, senza alcun mio merito. Dono che, nella mia pochezza, ho cercato di custodire e di vivere con l'aiuto della sua grazia e il sostegno di tante persone buone. Chiedo perdono per tutte le mie inadempienze e imprudenze, per tutto ciò che ha recato offesa ad altri. Confido, tuttavia, nella inesauribile misericordia del Padre e nella bontà di tutti coloro che ho conosciuto. Vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre. A Dio!”.

“Il riferimento totale a Dio, Padre Figlio e Spirito Santo e alla Vergine Maria, l'amore per la sua famiglia e la sua terra e quello per la sua "sposa": la diocesi affidatagli; la consapevolezza della propria piccolezza e la fiducia nella Provvidenza divina, sono - scrive Gino Sparapano, direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della Diocesi - i capisaldi del testamento spirituale che don Gino Martella ci lascia, in un manoscritto datato 7 febbraio 2008. Parole che dicono la sua fede genuina e il suo amore totale alla Chiesa, dichiarato con la chiusa "Vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre". Ancora motivi per rendere grazie al Signore per il dono che ha fatto a noi tutti nella persona di don Gino».