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Quanto è grande la nostra fede? XX Domenica del Tempo Ordinario

Immagine di donna |  | Centro Aletti Immagine di donna | | Centro Aletti

Il brano di Vangelo di questo domenica è dominato dall’elogio che Gesù rivolge alla donna cananea: Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri. Che cosa ha fatto questa madre per meritarsi tanta ammirazione da parte di Cristo? Un’ammirazione che appare ancora più sorprendente dal momento che si tratta di una donna pagana.

Prima di giungere a dare una risposta all’interrogativo è necessario osservare lo sconcertante atteggiamento di Gesù nei confronti della donna. Al suo grido di aiuto, Pietà di me, Signore, figlio di David, il Signore risponde con l’indifferenza. Ma la donna non si scoraggia e ripete l’identica richiesta: Signore aiutami! La sofferenza che la Cananea vive, a causa della situazione della figlia posseduta da un demonio, la porta a riconoscere, che le sue forze non sono adeguate a sopportare il peso della vita. Tuttavia, è certa che l’aiuto di Dio non manca, anche se, con grande umiltà, confessa che non ha nessun merito da avanzare davanti al Signore per essere esaudita nella sua preghiera. Ebbene è proprio questa umiltà che commuove il cuore di Gesù e le ottiene il miracolo della guarigione della figlia. 

Questo episodio ci educa sulla necessità della preghiera per la vita cristiana e la vita del mondo. Papa Luciani citando un autore spagnolo scriveva: Il mondo va male perché ci sono più battaglie che preghiere. Cerchiamo che ci siano più preghiera e meno battaglie. 

Alla luce del Vangelo oggi veniamo educati sulle caratteristiche che deve assumere la nostra preghiera per essere vera, cioè cristiana. La prima caratteristica consiste nel fatto che la preghiera cristiana, non è finalizzata a piegare Dio alle nostre esigenze o imporre a Lui la nostra volontà, ma ad innalzarci fino a Lui per affidarci al Suo amore. Si comprende perché è stato scritto che il credere è la più difficile – e rischiosa – impresa dell’uomo: è sottoporre l’esistenza alla valutazione divina (Inos Biffi). A questo proposito tornano quanto mai attuali le parole di Papa Luciani, il quale scrisse: Io sono stato molte volte vicino, come vescovo, anche a quelli che non credono in Dio. Mi sono fatto l’idea che essi combattono, spesso, non Dio, ma l’idea sbagliata che essi hanno di Dio. 

La seconda caratteristica della preghiera cristiana è la perseveranza, la quale nasce dalla certezza che il Signore ci ascolta, anche quando sembra che la realtà smentisca questa verità. La preghiera fedele e perseverante suscita l’abbandono alla volontà di Dio e ci aiuta a scoprire che lo sguardo del Signore va sempre oltre l’immediato. Inoltre, per usare una bella espressione di Papa Luciani, ci fa tenere la nostra mano in quella di Cristo, appoggiandoci a Lui. E così la nostra vita e la vita della Chiesa diviene stabile e sicura, pur in mezzo alle tempeste, perché ha con sé la presenza confortatrice e dominatrice del Figlio di Dio (Prima Allocuzione).

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Una terza caratteristica della preghiera è l’umiltà. Il Signore infatti dà la sua grazia agli umili, ma resiste ai superbi. Il Signore desidera che gli chiediamo molte cose, ma in primo luogo ciò che è necessario alla salvezza della nostra anima. Così, ad esempio, possiamo pregare per essere liberati dai nostri difetti, per compiere con maggiore fedeltà e onestà i nostri doveri quotidiani, per essere illuminati nelle scelte che siamo chiamati a compiere, per vivere la carità, per partecipare con maggiore attenzione alla santa Messa, per amare di più il Signore.

Inoltre il Signore gradisce in modo particolare la preghiera fatta per gli altri. Scrive san Giovanni Crisostomo: E’ più gradita a Dio l’orazione sorretta dalla carità che non quella fatta per le nostre necessità. Nella nostra preghiera, dunque, noi possiamo sicuramente presentare al Signore le necessità di coloro che sono a noi più vicini, ma anche e soprattutto pregare per le necessità della Chiesa, per tutti gli uomini, per i peccatori, per le persone che cercano la Verità…

I cristiani di tutti i tempi hanno fatto ricorso per le loro preghiere all’intercessione dei santi, dell’Angelo custode, e, in particolare della Vergine Maria. Al riguardo, san Bernardo di Chiaravalle afferma che la nostra Avvocata salì al cielo perché, come madre del Giudice e madre di Misericordia, potesse farsi carico della nostra salvezza (Sermoni per l’Assunzione 1,1). 

La nostra riflessione mi sembra che trovi una bellissima sintesi nella preghiera iniziale della Santa Messa di oggi: O Dio che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. E così sia.