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Raccontando la Città del Vaticano.La Cappella Sistina, dove la fede ci parla da ogni parte

Cappella Sistina |  | CNA Cappella Sistina | | CNA

Non si possono raccontare i Musei Vaticani senza parlare del suo gioiello più prezioso: la Cappella Sistina. L'emozione di sentirsi nel cuore della storia dell'arte italiana. L'occhio ascende verso la volta, splendidamente affrescata da Michelangelo per volere di Giulio II: le storie della Genesi ci parlano dell'inizio della Storia della Salvezza, che si conclude nella parete d'altare, su cui lo stesso Michelangelo dipinse il drammatico Giudizio Universale, monito per l'Umanità intera a restare nelle braccia della Madre Chiesa. La storia della Chiesa, della fede, della cristianità.

“Gli affreschi che qui contempliamo ci introducono nel mondo dei contenuti della Rivelazione. Le verità della nostra fede ci parlano qui da ogni parte. Da esse il genio umano ha tratto la sua ispirazione impegnandosi a rivestirle di forme di ineguagliabile bellezza”. Con queste parole, pronunciate nell'Omelia durante la Santa Messa celebrata l'8 aprile del 1994 in occasione della fine del restauro del Giudizio Universale, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha voluto porre l'accento sulla sacralità del luogo in cui i dipinti, come le immagini di un libro, servono a rendere più comprensibili le verità espresse nelle Sacre Scritture.

La Cappella Sistina fu costruita tra il 1475 e il 1481, all'epoca di papa Sisto IV della Rovere, da cui prese il nome. Un po’ di storia: la costruzione Sistina doveva rispondere inoltre ad esigenze difensive nei confronti di due pericoli incombenti: la Signoria di Firenze, retta dalla famiglia dei Medici, con i quali il papa era in continua tensione, e i turchi di Maometto II, che proprio in quegli anni minacciavano le coste orientali dell’Italia. La sua realizzazione ebbe inizio nel 1475, anno del Giubileo indetto da Sisto IV, e si concluse nel 1483 quando, il 15 agosto, la Cappella, dedicata alla Vergine Assunta, venne inaugurata con solennità dal papa. Il progetto dell’architetto Baccio Pontelli riutilizzava fino ad un terzo dell’altezza le murature medioevali.

Secondo alcuni studiosi, le dimensioni dell’aula (40,23 metri di lunghezza, 13,40 metri di larghezza e 20,70 metri di altezza) ricalcherebbero le misure del grande tempio di Salomone a Gerusalemme, distrutto nel 70 d.C. dai Romani.

Ma passiamo a qualche curiosità. Dal 1870 è la sede del conclave, la riunione in cui i cardinali elettori del Collegio Cardinalizio eleggono un nuovo papa. Una volta eletto, il papa viene condotto nella Camera lacrimatoria, una cappella si trova a sinistra dell’altare sotto Il Giudizio Universale ed è chiamata così perché il nuovo papa in genere scoppia in lacrime per l’emozione della nomina.

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I suoi dipinti occupano 1.100 metri quadri. Papa Giulio II a decorarli, nell’ambito di grandioso rinnovamento della città, chiamò a Roma Michelangelo Buonarroti (1475-1564), artista già famoso a Firenze e al quale aveva in precedenza affidato altri incarichi, che accettò, non senza iniziali polemiche, di decorare "a fresco" la volta. L’opera venne compiuta in quattro anni di duro lavoro (dal 1508 al 1512) ed ha come tema la storia dell’umanità nel periodo che precede la venuta di Cristo.

La Cappella Sistina ha mantenuto le sue funzioni fino ad oggi, e continua ad essere la sede degli eventi importanti del calendario papale. Ad esempio, vi si celebra ogni anno una Messa in occasione della festa del Battesimo del Signore, durante la quale il Santo Padre imparte il Battesimo ai neonati.

Il Giudizio Universale è dipinto in modo da inclinarsi leggermente sullo spettatore nella sua parte alta, ed è pensato così perché l’affresco infonda timore e rispetto per il potere di Dio. A differenza degli altri affreschi della cappella, le figure sono molto muscolose e appaiono come torturate, anche la Vergine Maria, al centro accanto a Cristo. A destra, sotto i piedi di Cristo, c’è San Bartolomeo, che mostra in una mano lo strumento con il quale venne scuoiato vivo e nell’altra la pelle che gli venne strappata. La pelle strappata è un autoritratto di Michelangelo. Una delle interpretazioni è che forse è un riflesso del pessimismo di Michelangelo, già anziano e in piena crisi di fede. C’è anche un’altra interpretazione: visto che odiava dipingere, non c’è niente di peggio che dipingere, neanche morire scuoiati. Michelangelo era scultore per eccellenza.

Quando il Mahatma Gandhi visitò nel 1931 la Cappella Sistina, la sua attenzione fu colpita, più che dagli affreschi di Michelangelo, dal Crocifisso dell'altare della cappella. Intorno a quel Crocifisso – che rappresenta un Gesù magrissimo, dimesso e sofferente, ben diverso dal Gesù corpulento e forte del Giudizio Universale – Gandhi indugiò per parecchi minuti, esclamando infine: “Non si può fare a meno di commuoversi fino alle lacrime”.

Papa Francesco portò a sorpresa, nel marzo 2015, il suo saluto in Cappella Sistina ai 150 senzatetto, invitati dall’Elemosineria Apostolica a visitare i Musei Vaticani. Un breve incontro all’insegna dell’emozione e dell’affetto. Al termine, fu offerta una cena nei locali dei Musei.