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Shoà: Noi ricordiamo

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Oggi in tutto il mondo si ricorda. La giornata della memoria è il giorno in cui si ricorda quel 27 gennaio del 1945 quando si aprirono davanti agli occhi della storia le porte dei campi di sterminio con i loro orrori.

Due Pontefici si sono recati in pellegrinaggio in uno di quel luoghi, Auschwitz. Un polacco e un tedesco.

Giovanni Paolo II alla shoà dedicò nel 1998 una riflessione da rileggere: Noi ricordiamo che concludeva con queste parole:  “Invitiamo gli uomini e le donne di buona volontà a riflettere profondamente sul significato della Shoah. Le vittime dalle loro tombe, e i sopravvissuti attraverso la vivida testimonianza di quanto hanno sofferto, sono diventati un forte grido che richiama l'attenzione di tutta l'umanità. Ricordare questo terribile dramma significa prendere piena coscienza del salutare monito che esso comporta: ai semi infetti dell'antigiudaismo e dell'antisemitismo non si deve mai più consentire di mettere radice nel cuore dell'uomo”.

Benedetto XVI, teologo, nel 2006 portò il discorso sulle colpe degli uomini e l’apparente silenzio di Dio: “ In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio – un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa”. Ma poi in quel luogo, guardava al futuro: “Grazie a Dio, con la purificazione della memoria, alla quale ci spinge questo luogo di orrore, crescono intorno ad esso molteplici iniziative che vogliono porre un limite al male e dar forza al bene. Poco fa ho potuto benedire il Centro per il Dialogo e la Preghiera. Nelle immediate vicinanze si svolge la vita nascosta delle suore carmelitane, che si sanno particolarmente unite al mistero della croce di Cristo e ricordano a noi la fede dei cristiani, che afferma che Dio stesso e sceso nell'inferno della sofferenza e soffre insieme con noi. A Oświęcim esiste il Centro di san Massimiliano e il Centro Internazionale di Formazione su Auschwitz e l'Olocausto. C'è poi la Casa Internazionale per gli Incontri della Gioventù. Presso una delle vecchie Case di Preghiera esiste il Centro Ebraico. Infine si sta costituendo l'Accademia per i Diritti dell'Uomo. Così possiamo sperare che dal luogo dell'orrore spunti e cresca una riflessione costruttiva e che il ricordare aiuti a resistere al male e a far trionfare l’amore”.

Amore, che si oppone  a chi minaccia quanti vogliono vivere in pace. “Quell’amore del prossimo - disse Giovanni Paolo II nella omelia della messa celebrata nel 1979 a Brzezinka- quale si manifesta e si traduce l’amore di Dio che il Cristo ha proclamato come il suo comandamento. Ma è anche il comandamento che ogni uomo porta scritto nel suo cuore, scolpito dal suo stesso Creatore. Tale comandamento si concreta anche nel “rispetto dell’altro”, della sua personalità, della sua coscienza; si concreta nel “dialogo con l’altro”, nel saper ricercare e riconoscere quanto di buono e di positivo può esserci anche in chi ha idee diverse dalle nostre, anche in chi, in buona fede, sinceramente erra. Mai l’uno a spese dell’altro, a prezzo dell’asservimento dell’altro, a prezzo della conquista, dell’oltraggio, dello sfruttamento e della morte! 

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Pronuncia queste parole il successore di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Ma le pronuncia contemporaneamente il figlio della Nazione che nella sua storia remota e più recente ha subìto dagli altri un molteplice travaglio. E non lo dice per accusare, ma per ricordare. Parla a nome di tutte le Nazioni, i cui diritti vengono violati e dimenticati. Lo dice perché a ciò lo sollecitano la verità e la sollecitudine per l’uomo”. 

E Papa Francesco potrebbe recarsi ad Auschwitz nel luglio prossimo quando sarà in Polonia a Cracovia per la GMG.