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Sinodo, comincia la seconda fase

Briefing del 9 ottobre | Briefing con i giornalisti, Sala Stampa vaticana, 9 ottobre 2015. Da sinistra a destra: l'arcivescovo Kurtz, l'arcivescovo Osoro Sierra, il Cardinal Tagle, padre Lombardi | Marco Mancini / ACI Stampa Briefing del 9 ottobre | Briefing con i giornalisti, Sala Stampa vaticana, 9 ottobre 2015. Da sinistra a destra: l'arcivescovo Kurtz, l'arcivescovo Osoro Sierra, il Cardinal Tagle, padre Lombardi | Marco Mancini / ACI Stampa

La seconda fase del Sinodo è cominciata questa mattina, dopo che le relazioni dei Circoli Minori sulla prima parte dell’Instrumentum Laboris sono state consegnate a Papa Francesco. Ora, si è cominciato a discutere sulla seconda parte. C’è ancora un po’ di confusione nella metodologia (il Cardinal Luis Antonio Tagle dice che “è bene ogni tanto essere confusi) e non ci sarà esortazione post-sinodale. Ma quello su cui tutti sembrano d’accordo, almeno a sentire l’arcivescovo Joseph Kurtz di Louisville, è che si deve cercare un nuovo linguaggio per proclamare il Vangelo.

“Almeno 27 modi sono dedicati alla ricerca di un nuovo linguaggio,” spiega l’arcivescovo nel briefing con i giornalisti. I “modi” sono le proposte di modifica all’Instrumentum Laboris. Ognuno dei tredici gruppi ne ha proposti un gruppo consistente, ma le relazioni di ogni gruppo non li presentano nel dettaglio.  Piuttosto, sintetizzano in generale quali sono i temi di cui si sono occupati i circoli minori.

Certo, la nuova metodologia del Sinodo solleva ancora interrogativi. Nel briefing quotidiano con i giornalisti, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, prova a chiarificare i dubbi. Spiega che “con tanti modi da integrare nella relazione finale” è molto complesso per il relatore generale e il segretario speciale del Sinodo “di integrare tutto in un documento,” e per questo già dallo scorso anno “Papa Francesco aveva nominato una commissione” che li assistesse nella stesura della ‘relatio finalis.’ “L’anno scorso si trattava di nove persone, quest’anno di dieci, peraltro in molti già presenti nella commissione dello scorso anno,” spiega padre Lombardi.

Si è posta anche una questione di tempi. Saranno, i padri sinodali, in grado di vedere e proporre emendamenti alla relatio finalis, prima che questa venga votata e pubblicata? Sì, spiega padre Lombadi, perché verrà presentata la mattina in assemblea, e nel pomeriggio – o anche “per iscritto, fino alla notte” – i “padri sinodali potranno fare le loro osservazioni: la commissione ci lavorerà poi nel giorno successivo.”

Padre Lombardi ricorda anche che il Segretario generale del Sinodo, il Cardinal Lorenzo Baldisseri, si è lamentato della pubblicazione di sintesi degli interventi del primo giorno da parte di alcuni vescovi, perché “ogni vescovo può pubblicare il suo intervento, ed è libero di farlo, ma non può pubblicare gli interventi degli altri.”

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Le sintesi pubblicate sui blog hanno però dato una idea generale della discussione in corso. Che al momento sembra tenersi su temi molto generali, senza entrare nel dettaglio. L’arcivescovo Osoro Sierra di Madrid mette in luce che la famiglia è “un tema molto importante, una struttura fondamentale della vita umana,” e che nei circoli “ si può vivere la profondità, la cura con cui si sta trattando questo tema.”

Sebbene uno dei temi chiave sia quello di trovare un linguaggio nuovo, quanti sono presenti al briefing non fanno esempi concreti di come cambiare il linguaggio. L’arcivescovo Kurtz sottolinea semplicemente che “se si vede l’introduzione dell’Instrumentum Laboris, c’è ben poco che ispira.”

In generale, l’Instrumentum Laboris non riscuote approvazione da parte dei padri sinodali, almeno a leggere le relazioni dei circoli minori. Il Cardinal Tagle ironizza: “Si sa che l’Instrumentum Laboris è una sorta di documento martire.” E l’arcivescovo Kurtz sottolinea: “E’ nelle mani del Santo Padre, che può cambiare tutto il lavoro.” L’attesa è per il discorso finale di Papa Francesco, che potrà dare il tono definitivo alla discussione.

L’arcivescovo Osoro Sierra respinge l’idea che l’instrumentum laboris sia solo per il mondo occidentale, una preoccupazione condivisa da molti padri sinodali. Ci tiene, l’arcivescovo di Madrid, a sottolineare che si “parla comunque della famiglia cristiana,” ma si parla comunque anche “della famiglia in tutte le sue sfumature.”

Il Cardinal Tagle sottolinea che con il Sinodo la Chiesa cattolica sta comunque “riaffermando la sua preoccupazione per la famiglia,” e aggiunge che “più che un cambiamento della dottrina,” ci si aspetti dal sinodo che dia “nuova linfa alla famiglia. Questa è un’era pastorale, discutiamo di come accompagnare le famiglie, come affrontare alcune specifiche situazioni.”