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Sinodo, il Papa prega per il Medio Oriente: "La guerra porta distruzione"

Il Papa partecipa ai lavori del Sinodo |  |  Daniel Ibanez/CNA Il Papa partecipa ai lavori del Sinodo | | Daniel Ibanez/CNA

Papa Francesco ha aperto stamane i lavori della quarta Congregazione generale della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicando un appello ed una preghiera alla grave situazione che sta attanagliando il Medio Oriente.

"Siamo dolorosamente colpiti e seguiamo con profonda preoccupazione - ha detto il Pontefice - quanto sta avvenendo in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove assistiamo ad una escalation della violenza che coinvolge civili innocenti e continua ad alimentare una crisi umanitaria di enormi proporzioni. La guerra porta distruzione e moltiplica le sofferenze delle popolazioni".

"Speranza e progresso - ha aggiunto Papa Bergoglio - vengono solo da scelte di pace. Uniamoci in una intensa e fiduciosa preghiera al Signore, una preghiera che intende essere al tempo stesso espressione di vicinanza ai fratelli Patriarchi e Vescovi qui presenti, che provengono da quelle regioni, ai loro sacerdoti e fedeli, come pure a tutti coloro che la abitano".

Il Papa si è poi rivolto direttamente alla comunità internazionale chiedendo una soluzione efficace che interessi le parti cause spingendole "ad allargare i propri orizzonti al di là degli interessi immediati e ad usare gli strumenti del diritto internazionale, della diplomazia, per risolvere i conflitti in corso".

Francesco ha esteso la preghiera "alle zone del continente africano che stanno vivendo analoghe situazioni di conflitto".

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La meditazione nel corso dell'Ora Terza è stata invece affidata a Sua Beatitudine Louis Raphaël I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei.

Il Patriarca, commentando un passo della Prima Lettera di Paolo ai Romani, ha ricordato come per l'Apostolo la predicazione del Vangelo è stata una "missione che coinvolge tutta la sua vita, tutto il suo cuore e pensiero, non può essere una carriera. Per lui il Vangelo è un atto di culto,perciò non si vergogna del Vangelo".

Il Vangelo è "un dono di portata incalcolabile che rivela la giustizia e la grazia di Dio: bisogna sentire - ha concluso - l’esperienza degli cristiani iracheni che in una notte hanno lasciato tutto per rimanere fedeli alla loro fede".