“La presenza della Custodia di Terra Santa in Siria e nei paesi circostanti è sempre costante e attiva, grazie al supporto dell’Associazione pro Terra Sancta, ma la richiesta di aiuto è in continuo aumento”. Perché “gli attacchi alle parrocchie, alle chiese e ai centri di accoglienza continuano ininterrottamente soprattutto al nord, ad Aleppo e nei villaggi dell’Oronte vicini al confine con la Turchia”. E’ il triste grido d’aiuto dell’Associazione Pro Terra Sancta, al supporto della Custodia francescana per “sostenere la popolazione rimasta”, “aiutare le famiglie siriane e irachene rifugiate in Giordania e Libano”, “garantire la formazione scolastica” e “fare fronte alla grave emergenza sanitaria”.

Che in vaste parti del Medio Oriente la vita dei cristiani sia quasi impossibile è un fatto di estrema attualità, spesso citato anche da Papa Francesco: “La stampa internazionale ha diffuso notizia lo scorso luglio della caduta di un missile sul Convento francescano di Yacoubieh – spiegano dall’Ong cattolica -, dove per fortuna non ci sono state vittime. La notte del 5 ottobre alcuni ribelli legati a Jahbat Al-Nusra sono entrati nel Convento di San Giuseppe a Knayeh e hanno rapito il Parroco francescano p. Hanna Jallouf e diversi civili”. Tuttavia, spiegano dall’Associazione, “di molti attacchi invece non si ha notizia come quello di cui è stato testimone il Parroco di Aleppo p. Ibrahim Alsabagh, avvenuto il 27 febbraio scorso presso la chiesa di Azizieh durante la messa serale: una bomba di gas ha causato la morte di due fedeli e diversi feriti appena fuori dal luogo religioso”.

I frati presenti nella “Regione di San Paolo” che comprende Siria, Giordania e Libano sono 27, di cui 14 nelle zone del grave conflitto in corso da quattro anni. Chiamati a gestire, oltre all’emergenza sanitaria, “molti medici hanno abbandonato il paese o sono stati uccisi e imprigionati”, anche la grave crisi dei rifugiati siriani, che, secondo l’Associazione a sostegno della Custodia, “ha travolto ogni capacità di reazione, solo nei paesi confinanti ne sono stati registrati oltre 3,8 milioni”.

“Il Libano – spiegano - detiene il primato mondiale per la presenza di 1,6 milioni di esuli Siriani, oltre a 300mila Palestinesi e a 9mila Iracheni. Qui la pressione demografica ed economica è molto forte. Le persone sono insediate in accampamenti di fortuna, nei vecchi campi profughi palestinesi. Molti sono ragazzi sotto i 25 anni, il cui livello d’istruzione si è fermato alla scuola primaria. In Giordania i siriani sono 650mila. Vivono in tendopoli che resistono difficilmente alle intemperie e sono spesso senza riscaldamento”.

Secondo le ultime notizie, in Siria p quasi impossibile entrare, e le organizzazioni umanitarie hanno gravi difficoltà a rendersi presenti per un aiuto concreto, tanto che la maggior parte degli interventi viene gestita in modalità remota dai Paesi confinanti.  “La presenza di Parrocchie e Conventi permette ai frati della Custodia di Terra Santa maggiore libertà nel portare aiuti alla popolazione, anche se i rischi sono altissimi – spiegano dall’Associazione Pro Terra Sancta - . Continuano a fare da spola dal Libano e dalla Giordania, ma difficilmente rilasciano dichiarazioni alla stampa per non mettere in pericolo la possibilità di spostarsi e i loro confratelli che vivono al nord, nelle zone in mano ai ribelli”.

“La guerra è per tutti, non fa differenze di religione, - continuano i sostenitori della Custodia - e la solidarietà tra le varie comunità è molto forte. Chi è rimasto non ha i soldi o la forza per scappare. Sono tutti poveri e anziani.  Vi sono ancora giovani, molti di loro si recano tutti i giorni ai conventi e alle parrocchie, dove vengono organizzate attività ricreative e dove il generatore gli permette di studiare quando l’elettricità manca per diverse ore in città”.