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Terremoto. Rettore Basilica Santa Rita: "Vi racconto la paura e la fede"

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Padre Bernardino Pinciaroli è il Rettore della Basilica di Santa Rita a Cascia. Giorni duri e difficili quelli dopo le scosse di terremoto che ha colpito il Centro Italia lo scorso ottobre. Per gli abitanti e per chi custodisce il luogo che raccoglie le spoglie della Santa dei casi impossibili, Santa Rita. Domenica 4 dicembre il Santuario di Cascia ha riaperto le porte ai fedeli della Santa, ma Padre Bernardino ricorda, in un’intervista ad ACI Stampa, quegli attimi di paura, ma sempre di fede.

Padre Bernardino cosa è successo quei giorni terribili del 26 e del 30 ottobre scorso?

"Io ero arrivato da qualche giorno a Cascia (il 18 ottobre) per prendere servizio nel compito di Rettore della Basilica di Santa Rita, affidatomi dal Superiore degli Agostiniani d'Italia, quando una forte scossa di terremoto il giorno 26 ottobre ha messo in fuga i pochi pellegrini rimasti a Cascia. Ma un avviso ancora più deciso è arrivato la sera del 29/10 alle ore 18,30. Durante una celebrazione della S. Messa. Avevo pensato bene a far spalancare il portone grande della Basilica per facilitare la fuga. Domenica 30 0ttobre alle ore 7,40, con la basilica deserta: solo le Monache Agostiniane erano in preghiera, con il viale deserto, anzi con due pullman di pellegrini ai quali avevo detto "avete proprio coraggio a sfidare terremoto"; il 30 ottobre la terribile scossa che ha dissestato nuovamente e in maniera molto grave chiese e tantissime case. E questo è successo in tante cittadine dell'Umbria e anche del Marche. Voglio accennare in modo particolare a Tolentino, città a me cara per vari motivi ma in modo particolare perché c'è il Santuario di San Nicola, Agostiniano. Oltre agli enormi disagi per la popolazione e i pericoli di crolli, una grande paura si è impossessata di tante persone. Primi soccorsi, tende, roulotte, accoglienza in case ancora agibili: tante le abitazioni distrutte, incredibile la fuga veloce dagli appartamenti senza poter prendere quasi nulla degli effetti personali. La Basilica è stata chiusa e LlUrna di Santa Rita messa immediatamente in sicurezza (mai spostata). Le Monache Agostiniane sono state trasferite in altri Monasteri: Lecceto (SI) Montefalco, i Religiosi Agostiniani anziani sono subito partiti. Anche l’Alveare delle apette di Santa Rita è stato evacuato: le ragazze rimandate in famiglia. Gli uffici della Basilica chiusi. Tanta la paura, ma maggiore è stata l'incertezza e la supposizione: verrà una scossa ancora più forte!".

La Basilica di Santa Rita da Cascia, da anni è meta di pellegrini e fedeli che da tutto il mondo rendono omaggio alla Santa degli Impossibili. Come è' ridotto dopo le scosse?

"Dopo la forte scossa del 30 ottobre la Basilica è stata chiusa perchè dalla cupola centrale sono caduti consistenti detriti di intonaco. Si sono viste lesioni serie, dico molto serie, ma per fortuna non gravissime e non riguardanti la struttura. Nella Cappella ove è posta l'Urna di Santa Rita non ci sono, grazie a Dio, lesioni di sorta. Domenica 4 dicembre la Basilica è stata riaperta a tutti i fedeli".

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Cosa avete fatto durante i giorni di chiusura? Quali sono state le attività del Santuario?

"Dopo i primi giorni dal terremoto, tutto si è fermato: i pellegrini non sono più venuti, eccetto qualche coraggioso libanese, brasiliano, inglese, belga, ecc. Abbiamo allestito una piccola cappella, in un luogo sicuro, lungo il viale santa Rita. E qui abbiamo celebrato la santa Messa ogni giorno alle 16,30 e pregato il Santo Rosario con le pochissime persone della cittadina. L'unica attività che è continuata e anzi si è accresciuta è l'attività di comunicazione: telefoni che squillano in continuazione, e-mail abbondanti e con espressioni di affetto, di dispiacere, di speranza e di invocazione della misericordia di Dio e della intercessione di S. Rita".

Cosa possiamo fare noi ora per Cascia e per tutti gli abitanti del luogo?

"L'esperienza bella che ha accompagnato e accompagna questo bruttissimo momento per tutti è stata la grande solidarietà di molti e da tutte le parti d'Italia. La grande opera dei VIGILI DEL FUOCO E DELLA PROTEZIONE CIVILE CARITAS e particolarmente delle MISERICORDIE. Nel bisogno si è visto lo spirito e l'opera cristiana. Da fare? Oggi ancora i danni non si possono contabilizzare; le necessità si manifesteranno ancora più avanti. Cosa si potrà fare? Non interrompere questa GARA DI SOLIDARIETA' nel raccogliere fondi e viveri: come agostiniane e agostiniani abbiamo messo a disposizione per sfollati una casa del Monastero: la Casa degli Esercizi. Tenersi in contatto con le autorità e i servizi del luogo. E per quanto potrà servire dir questo, sensibilizzare il governo italiano ad aiutare veramente queste popolazioni e non soltanto rimandare il pagamento delle tasse, ma condonarlo per qualche anno".

 

 

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