É noto come Codex Diplomaticus Cajetanus, ed è dato al 984. É un codice con il testo dell’ Exultet. L’inno che annuncia la resurrezione la notte di Pasqua. Il testo è stato recentemente restaurato e fa parte di una ricco produzione di manoscritti della Italia meridionale.

I più antichi rotoli liturgici risalgono all’alto Medioevo e il Codex Diplomaticus Cajetanus menziona un rotolo di benedizione del cero e della fonte battesimale. Tre dei circa trenta esemplari attualmente esistenti al mondo sono patrimonio della Chiesa di Gaeta e risalgono al X-XI secolo. Alla Biblioteca Nazionale di Parigi è stato invece venduto due secoli fa l’Exultet di Fondi, appartenuto alla chiesa di San Pietro.

L’opera di restauro del codice dell’ Exultet  è avvenuta presso l’Istituto Centrale per la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma, diretto dalla dottoressa Maria Letizia Sebastiani. La Responsabile del Laboratorio di Restauro Lucilla Nuccetelli  spiega che il manoscritto, è stato ripulito delle aggiunge dei precedenti restauri molto invasivi ed è stato trattato al fine di riportarlo, per quanto possibile, allo splendore originario.
L’opera di restauro è stata compiuta da Lucrezia Vardaro che ha saputo far ritornare alla luce le miniature rappresentanti i temi dell’Exultet e delle raffigurazioni medievali. In particolare  l’immagine del Cristo in trono, scelta dall’Arcivescovo come immagine dell’VIII Sinodo diocesano.

L’Exultet entra così a far parte di un gruppo di manoscritti pregiati come il codice purpureo di Rossano e della Cartula con la benedizione di San Francesco a fratello Elia. Sarà esposto a Gaeta nel Museo diocesano in Piazza De Vio.