Itala Mela è diventata beata. La giovane de La Spezia oblata benedettina ha vissuto secondo il cardinale Amato che ha celebrato la messa, tre fasi. La prima “riguarda la sua vita di giovane spensierata, per niente interessata alle cose di chiesa”.  Nel 1922 viene accolta dalle suore e “per accontentare le buone suore e soprattutto per un certo desiderio di curiosità, si confessa nella Chiesa dei cappuccini: è un imprevisto appuntamento con la grazia che comincia a fare breccia nella sua anima”. Infine c’è “il ritorno convinto di Itala alla realtà del suo battesimo, sperimentando prove mistiche e dialoghi d’amore con Gesù”. La beata Itala Mela ci lancia un appello: “la chiamata universale alla santità vale anche per i fedeli laici, che, se vivono con autenticità il loro battesimo, possono diventare i protagonisti della nuova evangelizzazione”.

Giovan Battisti Montini scrisse di lei : “Itala Mela ci offre qualche cosa, nel campo specificamente religioso, di singolare, che va meditato. Non dico soltanto del diagramma ascensionale della sua purificazione e della sua illuminazione spirituale, non dico soltanto della vocazione, solo parzialmente realizzata, allo stato religioso, vocazione che diede qualche movimento drammatico alla trama ordinaria della sua vita; dico piuttosto di alcune fulgurazioni interiori, che ne colpirono il normale svolgimento e ne segnarono le mète successive; e dico della penetrazione teologica e della celebrazione interiore del mistero della Grazia, del quale fu tutta pervasa, con crescendo parallelo agli anni e alle sofferenze, la coscienza di questa piissima. Ella fu dapprima quasi sorpresa, poi attratta e assorbita dalla dottrina, quale possibile nella luce vigiliare della vita presente, e fors’anche commossa da qualche esperienza intima di tale mistero, che fa dell’anima, non pure un’immagine, ma una dimora altresì del Dio vivo e vero, nel cui nome uno e trino siamo stati battezzati”.