La concretizzazione dell’appello del Papa per l’accoglienza dei migranti parte fin da dentro il Vaticano. Almeno due famiglie di rifugiati saranno presto ospitate dalle parrocchie di San Pietro e di Sant’Anna, le due uniche realtà parrocchiali del piccolo Stato oltre Tevere.

A farsi promotore dell’iniziativa il Cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, insieme ai parroci, padre Mario Bettero e padre Bruno Silvestrini. Entrambe le comunità hanno avviato la macchina organizzativa, coordinata dal cardinale vicario e dall’arcivescovo elemosiniere Konrad Krajewski ed hanno interpellato l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, guidata dal cardinale Domenico Calcagno, perché si trovino due appartamenti.

Papa Francesco “vuole che vengano messi a disposizione due appartamenti ‘vicinissimi’ al Vaticano per accogliere due nuclei familiari di profughi”, ha detto a “L’Osservatore Romano” il porporato, che è anche arciprete della basilica di San Pietro, spiegando come l’individuazione delle famiglie sia in via di definizione attraverso l’Elemosineria apostolica.

“Il Papa vuole che gli appartamenti siano a lui vicini - commenta il cardinale Comastri - anche per garantire alle persone accolte l’assistenza sanitaria, in modo che essa non gravi sul sistema italiano, e quella materiale, cosicché queste famiglie abbiano tutto il supporto necessario”.

Entrambe affidate a religiosi agostiniani, le comunità di Sant’Anna e di San Pietro vantano già un lunga storia di ospitalità e di accoglienza. “Sono felice, molto felice: Papa Francesco - ha spiegato padre Bettero - chiede a tutti di fare un gesto bellissimo per il giubileo. Faremo il meglio possibile”. San Pietro, ha aggiunto, è “una parrocchia un po’ speciale: c’è un piccolo territorio e poi la chiesa”, cioè la basilica vaticana: “Tantissima gente quando è aperta, nessuno quando è chiusa”.

La vita “parrocchiale” del Vaticano si svolge soprattutto a Sant’Anna. “Il Papa ci ha risvegliati dal torpore del guardare - dice padre Silvestrini - e siamo tornati all’aiuto alle persone, per restituire loro la dignità”. E in proposito confida: “Oltre alla casa cercheremo di trovare anche un lavoro per il capofamiglia”.