Nel centro di Sofia c’è un quadrilatero che ha ai suoi angoli una moschea, una sinagoga, la concattedrale cattolica latina, e una chiesa ortodossa. È il quadrilatero delle religioni, che racconta anche di una storia di armonia e dialogo. Ci è passato Papa Francesco, durante il viaggio in Bulgaria nel 2019. E ci è passato il Cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, durante il suo recente viaggio in Bulgaria, che del viaggio di Papa Francesco è stato una sorta di prosecuzione.
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pubblicato il rapporto “Life after ISIS: New challenges to Christianity in Iraq”. Lo studio esamina le minacce che incombono attualmente sui cristiani iracheni tornati nelle loro case della Piana di Ninive dopo la drammatica persecuzione del 2014, riconosciuta internazionalmente come genocidio.
È con una intervista al periodico serbo Politika che l’arcivescovo Luciano Suriani, nunzio apostolico in Serbia, ha rilanciato l’idea di un viaggio papale in Serbia. Sarebbe il primo per il Papa nel Paese, e non è mai avvenuto soprattutto per i rapporti con gli ortodossi serbi. Papa Francesco, però, non ha mancato di mostrare apprezzamento verso il patriarca Irenej, e il Cardinale Pietro Parolin è stato in visita nel Paese nel 2018. Chissà…
In quello che è stato il primo grande incontro dopo la crisi da coronavirus, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha potuto incontrare gli ambasciatori di Europa presso la Santa Sede ad un pranzo organizzato dall’ambasciata di Francia in Vaticano. La conversazione ha toccato moltissimi temi, e rappresenta la summa del lavoro diplomatico della Santa Sede in questo ultimo anno.
Uno dei problemi causati dalla diffusione pandemica del coronavirus è il blocco dei pellegrinaggi nei paesi dove soprattutto i cristiani ne ricavano da vivere.
Il Papa ha benedetto tutto il popolo coreano quello del nord e quello de sud e in modo particolare incoraggia tutti coloro che sono costruttori di pace e promuovono la riconciliazione.
Le condizioni di vita dei cristiani in tanti paesi del mondo, già difficili per via di povertà, discriminazioni o addirittura persecuzioni, sono peggiorate ulteriormente con la diffusione della pandemia del coronavirus e le conseguenti misure restrittive, della mobilità e del commercio, assunte a marzo.
Prosegue il soggiorno del Papa emerito Benedetto XVI a Ratisbona dove da giovedì si è recato in visita del fratello Georg gravemente malato.
La nomina del nuovo ambasciatore dell’Unione Europea presso la Santa Sede è arrivata nella stessa settimana in cui la Commissione Europea ha deciso di chiudere l’ufficio dell’Inviato Speciale per la Libertà Religiosa fuori dall’Unione, raccogliendo le proteste di molti.
Mons. Matthew Kukah, vescovo di Sokoto (Nigeria), in un colloquio con Aiuto alla Chiesa che Soffre afferma che il debole e corrotto governo nigeriano è responsabile della degenerazione del conflitto in atto e che la comunità internazionale deve contribuire al ripristino dell’ordine pubblico nel Paese.
L’agenzia Asianews riferisce che l’Arcivescovo di Chittagong, in Bangladesh, Monsignor Moses M. Costa è stato ricoverato in ospedale in terapia intensiva lo scorso 13 giugno e versa in gravi condizioni dopo essere stato infettato dal coronavirus.
La Santa Sede e Cuba hanno celebrato lo scorso 7 giugno 85 anni di relazioni diplomatiche ininterrotte. La Santa Sede non ha mai lasciato Cuba, nemmeno quando il regime si accaniva contro i cristiani, e questa presenza ha portato poi a una straordinaria presenza dei Papi en la isla (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, due volte Papa Francesco) e anche alla mediazione per il ripristino delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba.
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, nell’ambito della campagna a sostegno di sacerdoti e religiose impegnati nel servizio ai fedeli in aree interessate dal COVID-19, ha approvato 11 nuovi progetti per il Brasile, una delle nazioni più colpite dalla pandemia. Le iniziative di ACS andranno a beneficio di 169 sacerdoti, 31 seminaristi della diocesi di Teixeira de Freitas-Caravelas, 141 religiosi e religiose (138 di Salvador de Bahia e 3 di Aracaju), 56 laici missionari a Palmas, Parnaíba, Patos e Marajó.
A maggio erano 187 i contagiati da Covid-19 in Libano, dove la pandemia è arrivata in piena crisi economico-politica, tantoché nelle settimane scorse mons. Michel Aoun, vescovo di Jbeil-Byblos dei Maroniti, ha messo a disposizione per i malati di coronavirus, costretti all’isolamento, una residenza estiva, come p. Fadi Tabet, appartenente all’ordine dei Missionari libanesi “Kreimisti”, responsabile del santuario di Nostra Signora del Libano a Harissa, ha reso disponibile una struttura di solito riservata ai pellegrini, il Betania Harissa Hotel, per le persone messe in quarantena.
Papa Francesco ha ricevuto, ancora una volta, l’invito a visitare l’Ucraina da parte del presidente Zelensky, durante un colloquio telefonico intercorso tra i due. In questo tempo di pandemia, sono stati molti gli scambi telefonici del Papa, per quella che può essere considerata una vera e propria diplomazia al telefono.
C’è , in Corea, una Commissione episcopale per la Riconciliazione del popolo coreano, e l’arcivescovo di Seoul è anche amministratore apostolico di Pyongyang, la capitale della Corea del Nord inaccessibile. Perché la Chiesa in Corea ha sempre considerato il popolo coreano come un solo popolo. Nonostante, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il territorio coreano fosse stato diviso in due zone di influenza, comunista e statunitense, cristallizzate dopo il conflitto del 1950 – 1953. A settanta anni dal conflitto, i vescovi di Corea lanciano un appello per la riconciliazione.
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha approvato tre progetti per sostenere la missione della Chiesa in Ucraina durante questa fase di pandemia da coronavirus.
Il 4 giugno 2000 - 20 anni fa - moriva il Cardinale burkinabè Paul Zoungrana, arcivescovo emerito di Ouagadougou e primo porporato nella storia del Burkina Faso.
Il coronavirus si sta inesorabilmente allungando verso l’Africa, ed è corsa contro il tempo per fermare il dilagare della pandemia che provocherebbe una strage dalle dimensioni catastrofiche, una preoccupazione fortemente sentita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpita dal trend crescente osservato: 52 Paesi finora toccati dal virus, per un totale di oltre 33.200 contagi, con 1.470 morti.
Nei consessi internazionali si parla già del mondo dopo il coronavirus, e in particolare la Santa Sede è intervenuta con il peso del suo segretario di Stato in un incontro sul tema alle Nazioni Unite. La Santa Sede ha anche diffuso quattro interventi all’OSCE, mentre proseguono i problemi sulla libertà di culto dovuta alle restrizioni di coronavirus. Papa Francesco continua la sua “diplomazia al telefono”. Il 29 maggio, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Macedonia del Nord.