Mentre la Polonia si prepara per i festeggiamenti legati al 45° anniversario dell’elezione a Papa di san Giovanni Paolo II
“L’umanità ha sempre sognato i robot, sin dai tempi antichi. Storicamente, i robot, originariamente chiamati automi, sono stati concepiti come prodotti della tecnologia insieme alla fede.
Quando si parla di devozione a Santa Teresina, Santa Teresa del Bambino Gesù - il suo nome originario era Teresa Martin - si abbracciano tante preghiere, tante ritualità, tante espressioni. Santa Teresina è conosciuta in tutto il mondo innanzitutto come la “patrona delle missioni” ( e pensare che non uscì mai dal monastero di Lisieux ) e come “patrona di Francia", insieme a Giovanna d’Arco. Ma non solo.
Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, proclamata da papa Pio XI co-patrona delle missioni insieme a san Francesco Saverio,
Mentre il Sinodo ha luogo, nel Dicastero per il Dialogo Interreligioso ci si è chiesti come questa esperienza sinodale può essere trasferita anche al rapporto con le altre religioni. E la risposta è contenuta nell’ultimo numero della rivista Pro Dialogo, edita proprio dal dicastero, dedicata al tema “Inclusione e solidarietà. Comprendere la solidarietà dal punto di vista di altri credenti”, che si pianificava anche di donare ai partecipanti al Sinodo.
La parabola che Gesù oggi racconta richiama un testo del profeta Isaia che viene chiamato “Il canto della vigna” (Is. 5, 1-7). In esso il profeta descrive la storia del rapporto tra Dio ed il suo popolo. Una storia che sembrerebbe molto ricca di eventi, ma che in realtà, guardata in profondità, appare molto monotona. Infatti, da una parte troviamo l’amore infinito di Dio che non si stanca di inviare i suoi messaggeri (i profeti) per richiamare alla fedeltà il suo popolo e dall’altra il continuo tradimento di questi. Poiché Israele si rifiuta di accogliere gli inviti del Signore cadrà in rovina.
Il 7 maggio nell’anno del Grande Giubileo del 2000 Giovanni Paolo II disse al Colosseo: “L’esperienza della seconda guerra mondiale e degli anni successivi mi ha portato a considerare con grata attenzione l’esempio luminoso di quanti, dai primi anni del Novecento sino alla sua fine, hanno provato la persecuzione, la violenza, la morte, per la loro fede e per il loro comportamento ispirato alla verità di Cristo. E sono tanti! La loro memoria non deve andare perduta, anzi va recuperata in maniera documentata”.
La presenza del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I al Concistoro per la creazione di nuovi cardinali è una prima assoluta. Mai un Patriarca ecumenico aveva presenziato ad un concistoro. Ma Bartolomeo, primo patriarca a partecipare anche alla cerimonia di inizio pontificato petrino (fu a quella di Papa Francesco il 19 marzo 2013) si trovava a Roma su invito di Papa Francesco, per partecipare alla veglia ecumenica di preghiera Together.
Un piano per “affrontare l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina e la minaccia di uno scisma nel corpo della Chiesa ortodossa” è stato delineato dal Patriarca greco-ortodosso Teofilo di Gerusalemme, che ha parlato dell’iniziativa anche a Papa Francesco nell’udienza privata avuta con lui lo scorso 29 settembre.
Gesù anche questa domenica ci parla con una parabola la quale, pur avendo una grande connotazione polemica nei confronti della classe dirigente del suo tempo, è rivolta anche a noi. L’insegnamento appare molto chiaro.
Stare zitti significa essere complici. È proprio questo che nessuno nel mondo dovrebbe fare quando si tratta di sfruttamento minorile. Darsi da fare e donare ai bambini speranza e un futuro migliore è la sfida educativa dei salesiani presentata nel nuovo documentario “Canillitas” prodotto da Misiones Salesianas.
Annibale della Genga nacque a Monticelli di Genga,
“Cooperatores veritatis” era il motto scelto da Benedetto XVI, come vescovo prima e come Papa poi. È il motto che sintetizza l’attività di una vita, perché per il professor Ratzinger la verità non era qualcosa che si possedeva, ma qualcosa che veniva verso di te, come era appunto la Verità suprema, quella di Cristo, che nasce da un incontro. Ora che Ratzinger / Benedetto XVI non c’è più, spetta a coloro che hanno studiato con lui e che dopo di lui hanno cominciato a studiarne il pensiero ad essere “Cooperatori della verità”. In effetti, è stato questo il tema della riunione del Ratzinger Schuelerkreis dello scorso 23 settembre, il primo da quando il Maestro non c’è più.
Nello scorso febbraio papa Francesco aveva nominato monsignor Rolandas Makrickas vescovo di Tolentino, con il conferimento del titolo personale di arcivescovo. mantenendo viva la memoria storica dell’antica diocesi, che resta guidata da mons. Nazzareno Marconi, vescovo della diocesi di Macerata; si tratta di una nomina onorifica che permette alla città di conservare il vecchio status di diocesi.
Ancora una volta le parole di Gesù ci sconcertano perché rompono i nostri schemi mentali e il nostro modo di pensare.
Era il 1658 quando a Parigi vennero fondate le Missions Etrangers, le missioni chiamate a contribuire all’evangelizzazione di numerosi Paesi dell’Asia. Ancora attive oggi con 150 sacerdoti, 17 seminari e più di 100 volontari, le Missioni hanno anche un bollettino di notizie molto ricco, che questo mese presenta un intero dossier sulla Cina. E non è una scelta di poco conto.
Il tema è già un programma: “Essere cooperatore della verità. Portare nel futuro la ricca eredità di Benedetto XVI”. Per la prima volta dalla morte di Benedetto XVI, i suoi allievi e gli studiosi del suo pensiero si incontrano nella conferenza annuale del Ratzinger Schuelerkreis. Succede nel pomeriggio del 23 settembre, un sabato, come di consueto, quando ci si riunisce in quello che è diventato ormai il modello delle riunioni: un simposio pubblico, in diretta tv, con traduzioni, perché il pensiero di Benedetto XVI resti presente e vivo.
La cattedrale di Santa Sofia di Kyiv e il centro medievale di Lviv (Leopoli) sono stati inclusi lo scorso venerdì tra i siti del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e considerati in pericolo. Non si tratta di una decisione che include un meccanismo coercitivo. Tuttavia, la formale protezione internazionale potrebbe proteggere i siti dai possibili attacchi dei russi.
“Vorrei dilatare il mio cuore per abbracciare tutte le creature sparse in ogni angolo della Terra, specialmente le più bisognose ed emarginate”
Domenica scorsa abbiamo meditato, aiutati dalle parole di Gesù, sulla condotta da tenere nei confronti dei fratelli che commettono il peccato. Oggi è san Pietro che pone a Cristo un caso ben preciso: Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Alla base di questa domanda sta una questione molto concreta e cioè come comportarci quando il fratello ci fa del male. Nella parola “fratello” sono inclusi innanzitutto i membri della comunità cristiana, ma alla luce dell’universalità del messaggio di Cristo, essa comprende tutti gli uomini.