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Papa Francesco: "Mettiamoci come Maria e Giuseppe sulle tracce del Signore"

Il testo della catechesi dell'udienza del mercoledì reso noto dalla Sala Stampa Vaticana

Papa Francesco (immagine di repertorio) | Papa Francesco (immagine di repertorio) | Credit Vatican Media Papa Francesco (immagine di repertorio) | Papa Francesco (immagine di repertorio) | Credit Vatican Media

Ancora una volta, da quando il Papa è ricoverato al Policlinico Gemelli, la Sala Stampa Vaticana rende nota la catechesi per l’udienza generale di oggi. “Gesù Cristo nostra speranza”, questo il titolo. Il testo si addentra nel Vangelo di Luca, capitolo secondo. L’episodio è quello del ritrovamento di Gesù nel Tempio. 

 

“Questo racconto ci presenta un dialogo molto interessante tra Maria e Gesù, che ci aiuta a riflettere sul cammino della madre di Gesù, un cammino non certo facile. Infatti Maria ha compiuto un itinerario spirituale lungo il quale è avanzata nella comprensione del mistero del suo Figlio”, con queste parole inizia il testo di Papa Francesco. E poi, lo scritto del Pontefice ripercorre le varie “tappe di questo percorso”. La gravidanza; Maria che fa visita a Elisabetta e si ferma da lei per tre mesi, fino alla nascita del piccolo Giovanni. Continua il testo: “Dopo quaranta giorni si recano a Gerusalemme per la presentazione del bambino; e quindi ogni anno ritornano in pellegrinaggio al Tempio. Ma con Gesù ancora piccolo si erano rifugiati a lungo in Egitto per proteggerlo da Erode, e solo dopo la morte del re si erano stabiliti di nuovo a Nazaret”. 

 

Sottolinea, sempre Papa Francesco, la presenza di Maria, come “protagonista alle nozze di Cana”; poi lo segue “a distanza”, “fino all’ultimo viaggio a Gerusalemme, fino alla passione e alla morte”. E dopo la Risurrezione, Maria rimane a Gerusalemme, come “Madre dei discepoli, sostenendo la loro fede in attesa dell’effusione dello Spirito Santo”. In questo percorso che Maria compie,  “è pellegrina di speranza, nel senso forte che diventa la “figlia del suo Figlio”, la prima sua discepola. Maria ha portato al mondo Gesù, Speranza dell’umanità: lo ha nutrito, lo ha fatto crescere, lo ha seguito lasciandosi plasmare per prima dalla Parola di Dio”. 

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E citando Benedetto XVI sul rapporto tra Maria e la Parola, il testo di Papa Francesco ci dice che “singolare comunione con la Parola di Dio non le risparmia però la fatica di un impegnativo “apprendistato”: come, appunto, l’esperienza dello smarrimento di Gesù dodicenne, durante il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme. Maria e Giuseppe hanno provato il dolore dei genitori che smarriscono un figlio”, continua il documento. Una volta tornati al Tempio, la famosa risposta di Gesù alla Vergine: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. In questo momento - citando il discorso preparato per l’udienza di oggi - “Maria e Giuseppe non comprendono: il mistero del Dio fatto bambino supera la loro intelligenza. I genitori vogliono proteggere quel figlio preziosissimo sotto le ali del loro amore; Gesù invece vuole vivere la sua vocazione di Figlio del Padre che sta al suo servizio e vive immerso nella sua Parola”.

E conclude con un’esortazione: “Come Maria e Giuseppe, pieni di speranza, mettiamoci anche noi sulle tracce del Signore, che non si lascia contenere dai nostri schemi e si lascia trovare non tanto in un luogo, ma nella risposta d’amore alla tenera paternità divina, risposta d’amore che è la vita filiale”.