Città del Vaticano , lunedì, 2. giugno, 2025 18:58 (ACI Stampa).
"Ci siamo radunati oggi nella Cappella Sistina per commemorare, nell’Anno Giubilare dedicato alla speranza, un apostolo della speranza: il Beato Cardinale Iuliu Hossu, Vescovo greco-cattolico di Cluj-Gherla, pastore e martire della fede durante la persecuzione comunista in Romania. Oggi, in un certo senso, egli entra in questa Cappella, dopo che San Paolo VI, il 28 aprile 1969, lo creò Cardinale in pectore, mentre era in prigione per essere rimasto fedele alla Chiesa di Roma".
Papa Leone XIV ha salutato così i partecipanti all’Atto Commemorativo del Beato Cardinale Iuliu Hossu, Vescovo greco-cattolico di Cluj-Gherla, pastore e martire della fede durante la persecuzione comunista in Romania. Il Papa ha ricordato che "quello in corso è un anno speciale dedicato al Cardinale Iuliu Hossu, simbolo di fratellanza al di là di ogni confine etnico o religioso. Il suo processo di riconoscimento quale “Giusto tra le Nazioni”, avviato nel 2022, si basa sul suo impegno coraggioso di sostenere e salvare gli ebrei della Transilvania del Nord quando, tra il 1940 e il 1944, i nazisti attuarono il tragico piano di deportarli nei campi di sterminio". Il Papa ha ripercorso i momenti salienti della sua vita ed ha detto che "la sua vita è stata una testimonianza di fede vissuta fino in fondo, nella preghiera e nella dedizione al prossimo". Con lo spirito dei Martiri: "fede incrollabile in Dio, senza odio ma con la misericordia che trasforma la sofferenza in amore verso i persecutori. Esse rimangono ancora oggi un invito profetico a superare l’odio attraverso il perdono e a vivere la fede con dignità e coraggio".
Leone XIV ha sottolineato che "vicina alle sofferenze del popolo ebraico, culminate nel dramma dell’Olocausto, la Chiesa sa bene cosa significano dolore, emarginazione e persecuzione. Proprio per questo sente l’impegno a costruire una società incentrata sul rispetto della dignità umana come esigenza della coscienza". Ecco il messaggio del Cardinale Hossu: "Ciò che egli ha fatto per gli ebrei della Romania, le azioni che ha compiuto per proteggere il prossimo, nonostante ogni rischio e pericolo, lo mostrano come modello di uomo libero, coraggioso e generoso fino al sacrificio supremo. Ecco perché il suo motto “La nostra fede è la nostra vita” dovrebbe diventare il motto di ciascuno di noi".
E il Papa conclude che il suo esempio "che ha anticipato i contenuti poi espressi nella Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Ecumenico Vaticano II – di cui è prossimo il sessantesimo anniversario –, come pure la vostra amicizia, siano una luce per il mondo di oggi: diciamo “no” alla violenza, ad ogni violenza, ancor più se perpetrata contro persone inermi e indifese, come bambini e famiglie!".
Sua Beatitudine Lucian Cardinale Mureșan, Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica di Romania nel messaggio inviato per l'occasione ricorda che "nella società odierna così divisa e travagliata, segnata anche da un affievolirsi della speranza e da una certa sfiducia nelle relazioni umane, la vita del cardinale Hossu interpella le nostre coscienze e ci dice che la sete di giustizia e di verità sarà soddisfatta e che è possibile, con l'aiuto del Signore, rimanere degni