Dobbiamo “alzare lo sguardo con coraggio e franchezza e a metterci anche in gioco rischiando qualcosa, accogliere una prospettiva attraverso cui leggere, interpretare i fatti”, perché “gli attentati terroristici, la questione dei migranti, i modelli di integrazione nella nostra società ci costringono a rischiare una riflessione su una realtà così complessa e inedita”. Lo ha detto il presidente delle Acli, Gianni Bottalico, concludendo il seminario di oggi sul tema “Islam, Europa, comprendere e discernere - Smascherare ed isolare le forze che puntano alla divisione e allo scontro”.

Durante l’incontro si sono alternati gli interventi di Stefano Allievi, docente di sociologia e direttore del Master sull’Islam in Europa dell’Università di Padova, e di Adnane Mokrani, teologo, presidente del Cipax e docente presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica.

Per il Presidente delle Acli, “stiamo assistendo ad un ‘ecatombe dei migranti’ provenienti da una Libia nel caos”, dove, negli anni scorsi, “gli occidentali hanno armato e sostenuto dei gruppi terroristici” ed in generale assistiamo ad una condizione del Medio Oriente che risulta essere una vera e propria polveriera.  “L’Europa e l’Italia sono preparate a questa sfida – si è chiesto Bottalico -? Hanno la volontà e la forza per cambiare in modo netto le relazioni con il mondo islamico? Le devastazioni degli ultimi anni hanno generato problemi enormi alle porte dell’Europa. Dove ci stanno portando queste strategie e queste guerre?” A queste domande, la risposta deve venire da un rinnovato accordo internazionale: “Si sente forte la mancanza dell’Italia nel Mediterraneo, che ha la funzione di mitigare le situazioni”. “Ma per essere credibili andrebbe riaperto un serio dibattito”, ha precisato, che porti ad un “vero rapporto di pace tra Europa e islam”. Bisogna dire “si alla cultura del dialogo e della pace”, rispetto ad una “geopolitica illusoria non di rado assassina”.

Secondo le Acli, infatti, “l’escalation di violenza terroristica sempre più efferata che usurpa i valori dell’Islam,  suscitando l'indignazione del mondo musulmano , e il contestuale fallimento dei modelli di integrazione non possono essere posti in diretta relazione, ma allo stesso tempo impongono di avviare una riflessione seria e approfondita, che ci aiuti a distinguere la realtà dagli stereotipi, le paure dalle minacce reali, le strumentalizzazioni dalle differenze”.