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America Latina, un osservatorio per la finanza. Alla scuola di Papa Francesco

Papa Francesco con i bambini | Papa Francesco con i bambini, viaggio in Ecuador, Bolivia Paraguay | © L'Osservatore Romano Photo Papa Francesco con i bambini | Papa Francesco con i bambini, viaggio in Ecuador, Bolivia Paraguay | © L'Osservatore Romano Photo

È nato da pochi mesi, e le parole di Papa Francesco nel recente viaggio in America Latina non possono che essere un incoraggiamento per portare avanti l’esperienza. L’Osservatorio latinoamericano sulla Finanza si propone di creare un network in grado di fare un monitoraggio del mercato finanziario dell’America Latina, per evitare i pericoli che si sono manifestati altrove. Pericoli che Papa Francesco ha sottolineato nei suoi discorsi in Ecuador, Bolivia e Paraguay, e particolarmente nel discorso ai movimenti popolari. Individuando nella società civile il soggetto che può promuovere questi cambiamenti.

Alberto Barlocci, giornalista esperto di temi economici, tra i fondatori dell’Osservatorio della Finanza, spiega ad Aci Stampa: “Siamo di fronte alla necessità di un processo che avvenga dal basso verso l'alto e non solo di decisioni dall'alto verso il basso. La politica e l'economia indicano di essere immerse in una crisi profonda, pertanto è proprio la società civile il soggetto chiamato a dare alla globalizzazione i valori etici di cui ha bisogno e che, nel caso dell'economia, asserisce di potervi prescindere.”

E la Chiesa – sostiene Barlocci – “non può essere neutrale in questo processo prima di tutto perché è parte integrante della società civile. È una Chiesa che deve lavorare assieme agli altri, cominciando dalle Chiese sorelle, le altre religioni, ma anche i movimenti sociali. E la sua presenza è essenziale proprio per questa capacità di identificare più che ‘cosa’ fare, ‘come’ farlo.”

Barlocci mette in luce come, nel suo discorso ai movimenti popolari, il Papa ha detto “che non abbiamo in tasca la risposta ai problemi di giustizia sociale, ma dobbiamo cercare assieme. Ora, che questa ricerca per la presenza della Chiesa avvenga in modo pacifico, costruttivo, dialogante, civilizzato è un risultato importante. Credo che sia questo anche il senso che da il Papa all'uscire dalle nostre comodità, come diceva ai religiosi e le religiose dell'Ecuador. Ci saranno certo dei rischi, anche quello di essere strumentalizzati dai poteri politici. I rischi ci saranno sempre e bisogna apprendere ad evitarli.”  

Naturale parlare di Bolivia, Ecuador e Paraguay, della scelta di Papa Francesco di visitare questi tre Paesi. “Storicamente – racconta Barlocci - i tre Paesi visitati sono stati i più poveri in termini relativi, dove esiste una parte importante della popolazione di origine indigeno, con tutto ciò che esso suppone in termini di interculturalità. Da questo punto di vista mi pare una scelta in linea con l'opzione di preferire gli ultimi e portare la Chiesa verso alcune delle sue tante frontiere. I popoli andini sono dotati, ad esempio, di una affascinante cosmovisione spesso in sintonia con i principi del cristianesimo. Ma come vivere questa interculturalità senza cadere nel sincretismo? È un processo necessario di mediazioni culturali che potrà aiutare anche altre situazioni simili, penso ai cristiani in contatto col buddismo, ad esempio, o altre religioni asiatiche.”

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Certo – aggiunge Barlocci – si deve considerare che c’è una differenza tra la situazione economica e politica del Paraguay e quella di Ecuador e Bolivia. “Sebbene il Paraguay – dice il giornalista italiano trapiantato in Sudamerica - cresce a livelli alti (quest'anno si spera in un 6% e due anni fa si era intorno al 12%), la metà dei lavoratori e della produzione sono in nero, la povertà raggiunge la metà della popolazione, che non si sta beneficiando di questi risultati, peraltro legati ai livelli internazionali dei commodity agrari.”

Insomma, “l'economia del Paraguay continua ad essere legata a una visione neoliberista e questo stabilisce una grossa differenza con l'Ecuador e la Bolivia che invece hanno adottato importanti politiche sociali con forte contenuto redistribuitivo. Le costituzioni di questi due Paesi hanno incorporato il contributo dell'economia civile (come la definirebbe l'economista Zamagni), ossia di tutto un settore di imprenditori che non si basano esclusivamente sul criterio degli utili.”

Ma cosa fa la Chiesa sul territorio? “Esistono molte esperienze su base ecclesiale che possono dare un importante contributo sopratutto per comprendere meglio come interpretare il mercato e le sue dinamiche. Il commercio giusto, ad esempio, sorto in seno all'esperienza della chiesa olandese negli anni Settanta, invita a stabilire criteri di giustizia nei rapporti di scambio e non solo di mercato. Se questi sono determinati solo in base alle dinamiche di mercato, avviene ciò che succede oggi dove i produttori di materie prime, in genere i paesi in via di sviluppo, forniscono merci a basso costo per poi ricomprare prodotti ad alto valore aggregato.”  

D’altronde, “il pensiero sociale della Chiesa smitizza una serie di assiomi usati dal pensiero economico e ci riporta a discutere i principi sui quali agisce l'economia di mercato, che non possono mai divorziare dalla dimensione etica e dei valori come la solidarietà e la gratuità. Lo stesso Adam Smith, spesso citato come padre dell'economia liberista, non ha mai pensato in questi termini. È questo è un importante dibattito che il pensiero sociale della Chiese deve promuovere.”

Viene anche da qui l’esperienza dell’Osservatorio Latinoamericano della finanzia, che ha lo scopo di “mettere insieme ricercatori di diverse università per studiare a fondo i processi ed i prodotti della finanza e, in secondo luogo, offrire elementi per le decisioni a livello di poteri pubblici tenendo al corrente l'opinione pubblica.”

Racconta Barlocci: “Oltre al sottoscritto, stiamo lavorando con due ricercatori dell'Università Alberto Hurtado di Santiago del Cile, insieme a ricercatori dell'Argentina. Ma il nostro obiettivo è di costruire una rete che possa fare un monitoraggio in America Latina dove il mercato finanziario è praticamente in fase di costituzione per evitare i pericoli manifestatisi altrove. Per la prossima metà di ottobre, abbiamo indetto un seminario su "Etica e Finanza" che si svolgerà a Santiago, con la partecipazione di economisti cileni ed argentini. Interverrà il vice presidente della banca centrale cilena, direttori della sovrintendenza bancaria, ma anche sociologi, politologi, esperti del diritto per poter avere una visione multidisciplinare che sarà oggetto di pubblicazioni periodiche da parte dell'Osservatorio. Abbiamo infatti pubblicato articoli nostri su questi temi su pubblicazioni cilene e argentine, come la prestigiosa rivista Criterio, di Buenos Aires.”

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