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Anders Arborelius: in Svezia la morale cattolica è tollerata perché "straniera"

La valigia del cardinale Arborelius, con lo zucchetto rosso |  | Fredrik Emanuelson Omi- FB
La valigia del cardinale Arborelius, con lo zucchetto rosso | | Fredrik Emanuelson Omi- FB
Il futuro cardinale Anders Arborelius con il Papa lo scorso 14 giugno |  | 
@stockholmskatolskastift
Il futuro cardinale Anders Arborelius con il Papa lo scorso 14 giugno | | @stockholmskatolskastift

Tra i suoi scritti c’è una biografia di Edith Stein e per 27 anni la sua vita è stata quella meditativa tipica del carmelitano. Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, unica diocesi cattolica della Svezia, domani riceverà la berretta cardinalizia. “ Chiesa di periferia” quella cattolica svedese. Arborelius ha saputo convincere il Papa lo scorso primo novembre a celebrare la messa a Malmö, il giorno dopo l’incontro ecumenico a Lund, inizialmente unica tappa del viaggio di Francesco.

Un evento, anche mediatico, per la Scandinavia che per la prima volta ha un cardinale. Ne abbiamo parlato con lo stesso Arborelius, che parla un ottimo italiano, al suo arrivo a Roma.

La sua nomina a Cardinale è stato un evento mediatico in Svezia. É stato anche ospite di prestigiose trasmissioni radiofoniche. Questa “popolarità” che cosa può portare nel dibattito pubblico in un paese segnato da secolarizzazione e indifferentismo? Pensa che sia stata la nomina a farla accettare nel dibattito pubblico?

In Svezia si è sempre un po’ fieri quando un compatriota si fa notare nello sport, nella musica popolare o nella scienza. Si tratta di un nazionalismo “light”! Per questo è lusinghiero per l’orgoglio nazionale che uno svedese sia diventato cardinale e si dimostra un interesse positivo e si ascolta un po’ più del solito. Con il tempo questo interessa dei media probabilmente diminuirà, ma è un’occasione per cercare di indicare l’importanza della fede nella vita comune.

Lo stesso “pubblico” sa che sull’aborto Lei ha la stessa posizione antiabortista della famosa ostetrica che ha perso il lavoro per i suoi valori cristiani e che è stata costretta ad andare a vivere in Norvegia? In Svezia si parla di un “corridoio di opinioni” molto stretto. Perché c’è posto per Lei e non per l’ostetrica?

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In Svezia non è possibile discutere di aborto, ma si sa che la Chiesa cattolica è contraria e in qualche modo questo fatto è stato accettato, anche perché siamo un elemento abbastanza esotico in Svezia. Che una comune ostetrica svedese osi dire “no” supera il comprensibile e l’immaginabile.

La Chiesa cattolica in Svezia è una realtà composta da molte culture e molti riti di fronte a una società molto secolarizzata. Di fronte a questa sfida, quanto è importante invece il confronto con la Chiesa luterana ?

Il grande compito di noi cattolici è di costruire unità nella fede, la speranza e la carità tra gruppi di persone molto diverse tra loro. Meglio riusciamo in questo compito, più diventeremo anche un segno profetico nella nostra società che invece è sempre più segregata. Naturalmente il nostro dialogo con la Chiesa luterana è molto importante, perché ancora oggi ne fa parte la maggior parte della popolazione della Svezia e dei cristiani.

Più dell’ecumenismo oggi forse è il caso di parlare di “rievangelizzazione” in Svezia come un molte parti d’ Europa?

E’ vero che la Svezia ha bisogno di evangelizzazione, e in questo tutte le chiese e comunità cristiane devono cercare di collaborare per parlare con una voce nelle questioni importanti e non sembrare solo divise e prese da conflitti tra noi.

In un recente volume per commemorare la Riforma (“Doften av rykande vekar”) Il sacerdote luterano Per Åkerlund scrive che nel futuro della Svezia, la Chiesa cattolica e quelle ortodosse saranno sempre più importante per chiarire nel dibattito pubblico cosa sia la fede cristiana. L’affermazione sembra significare che la sfida e il confronto con la società secolarizzata coinvolgono la Chiesa cattolica e quelle ortodosse, non quella luterana. Come commenta questa affermazione?

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Naturalmente la Chiesa cattolica e quelle ortodosse hanno un’importanza particolare perché condividiamo una eredità e una tradizione che risalgono alle origini del cristianesimo, ma dobbiamo fare il possibile per coinvolgere la Chiesa luterana e le comunità evangeliche nel comune compito di rendere Cristo e il suo messaggio vivo per il maggior numero possibile di persone in Svezia.

La Chiesa cattolica da sempre è vicina agli immigrati e ai rifugiati che lo stato svedese ha accolto dapprima in gran numero e che oggi si trova a dover gestire con difficoltà. L’inserimento è spesso difficile, aumentano fenomeni come l’accattonaggio e dai campi profughi soprattutto al sud arrivano notizie allarmanti. Come affronta oggi la Chiesa cattolica la questione?

 Raggiungere e integrare tutti i profughi che arrivano in Svezia è sempre stato un compito troppo grande per la nostra piccola chiesa cattolica locale. Cerchiamo di fare quello che possiamo per quelli che sono appena arrivati, ma vediamo che la Svenska kyrkan e le comunità evangeliche spesso hanno più risorse per questo. Nel dibattito pubblico tutte le chiese e le comunità cristiane sono unite nel Consiglio Cristiano Svedese (SKR) e le sue prese di posizioni che vengono fatte insieme.

Si pensa che la Chiesa cattolica in Svezia sia solo di immigrati. Ma oggi gli svedesi che si avvicinano alla fede crescono. Cresce il numero delle vocazioni monastiche, ma c’è anche il rischio di derive tradizionaliste? O di conversioni mediatiche?

In realtà il numero dei convertiti è piuttosto costante, intorno a un centinaio ogni anno. La loro provenienza è molto mista. Sempre più numerosi sono quelli che provengono dalle comunità evangeliche. Alcuni vengono attratti da gruppi più tradizionali, altri sono più impegnati nei media, ma spesso sono molto diversi tra loro.

Essere cardinale nella Chiesa cattolica all’epoca di Papa Francesco per Lei cosa significa? Come è cambiato il ruolo dei cardinali secondo lei?

Papa Francesco ha una predilezione evangelica per i piccoli e i poveri, e questo vale anche per la sua scelta di chiese locali che ricevono un cardinale. E’ un po’ sconvolgente per noi che veniamo dal Mali, dal Laos e dalla Svezia vedere trascurate le sedi cardinalizie tradizionali per permettere a noi di entrare nelle luci del palcoscenico. Gli ultimi diventano i primi!

Come cardinale sarà presto parte di una Congregazione romana. Le piacerebbe occuparsi di qualche tema in particolare visto che Lei è un carmelitano

Non so ancora se sarò legato a una Congregazione. Certamente potrebbe essere interessante far parte del Consiglio per l’Unità dei Cristiani o qualcosa di simile, dato che non c’è una Congregazione per la vita spirituale, ma chissà...

 

 

 

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