Le veglie di Pentecoste in tutta Italia saranno dedicate “ai martiri nostri contemporanei”, per volontà della Conferenza Episcopale Italiana. Il prossimo 23 maggio, nelle cattedrali italiane ci saranno preghiere speciali per ricordare la “tragedia di tanti cristiani e di tante persone i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematicamente violati”.

Perché, spiega in una nota dalla Presidenza della Cei, la “situazione ci interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle. Imploriamo il Signore, inchiniamoci davanti al martirio di persone innocenti, rompiamo il muro dell’indifferenza e del cinismo, lontano da ogni strumentalizzazione ideologica o confessionale”.

I vescovi italiani citano le parole di Papa Francesco, pronunciate lo scorso 30 aprile alla Commissione internazionale anglicana-cattolica: “la testimonianza dei cristiani, appartenenti a Chiese e tradizioni diverse, vittime di persecuzioni e violenze solo a causa della fede che professano”.

E aggiungono: “Sono moltissimi i cristiani e gli uomini di ogni confessione capaci di testimoniare l’amore a prezzo della vita. Tale testimonianza non può passare sotto silenzio perché costituisce per tutti una ragione di incoraggiamento al bene e di resistenza al male”.

Di queste ore le prese di posizione del mondo cattolico a sostegno della proposta della Cei.

“L’Azione Cattolica chiede che la libertà religiosa sia fatta oggetto di una maggiore attenzione da parte della comunità internazionale e richiama il dovere di ogni Stato ad esercitare la massima vigilanza per prevenire violenze e persecuzioni ai danni di quanti hanno il solo torto di professare la propria fede. Singoli o intere comunità religiose spesso costrette all’emigrazione forzata dai propri Paesi d’origine”, spiega in una nota la presidenza nazionale di Ac.

“All’odium fidei – prosegue l’Associazione guidata da Matteo Truffelli - che scatena crudeltà indicibili e che spesso è solo la maschera con cui si nascondono assurdi interessi, sete di potere, grandi macchinazioni e sconvolgimenti del panorama politico ed economico, siamo chiamati a rispondere alzando il livello della civiltà dell’amore, che è educazione e democrazia, giustizia e sviluppo, sconfitta di qualsiasi monopolio culturale”.

“Anche attraverso l’opera del Forum Internazionale di Azione Cattolica, siamo vicini ai tanti cristiani, alle tante persone, i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa sono violati, costruendo e promuovendo percorsi di solidarietà, condivisione e dialogo”, spiega la più antica Associazione ecclesiale italiana.

Adesione giunta anche da Comunione e Liberazione. “Vogliamo unirci a tutti coloro che sentono le ferite dei martiri di oggi come inferte a se stessi, per mostrare quanto ci sentiamo vicini a questi nostri fratelli che soffrono”, ha dichiarato don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL.

“Come parte del corpo che è la Chiesa, vorremmo portare anche noi un po' del peso di incomprensione, di intolleranza e di violenza che il mondo che rifiuta Cristo riversa sui nuovi martiri del ventunesimo secolo. Ma proprio dai cristiani perseguitati giungono continue testimonianze di persone che trovano nella fede la ragione adeguata per vivere e per morire. La loro testimonianza risvegli la nostra fede dal torpore e dall'indifferenza”.