Advertisement

Chiara Lubich città mondo, la mostra della "sua" Trento per i cento anni della nascita

Un modo per conoscere la fondatrice dei Focolari e futura beata

Una foto giovanile di Chiara Lubich  |  | Cittanuova.it Una foto giovanile di Chiara Lubich | | Cittanuova.it

Cento anni fa la nascita, ora la beatificazione. Il 2020 è l’ anno di Chiara Lubich e tra le mille iniziative anche una mostra che gli dedica Trento, sua città natale. Sarà inaugurata il prossimo 7 dicembre “Chiara Lubich città mondo” allestita nella Galleria Bianca.

Un percorso espositivo, come ha spiegato Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico del Trentino ai giornalisti romani, che intende ripercorrere le tappe significative della vita di Lubich attraverso documenti, scritti autografi, testimonianze fotografiche, video e installazioni multimediali.

La fondazione Museo storico del Trentino e il Centro Chiara Lubich/New Humanity, in

collaborazione con il ministero dell’Istruzione. dell’università e della ricerca, promuovono anche un

concorso “Una città non basta. Chiara Lubich cittadina del mondo” che sarà un’occasione per gli studenti delle scuole di primo e secondo grado per approfondire il pensiero della fondatrice dei focolari alla luce degli eventi nazionali e internazionali che hanno caratterizzato la storia del Novecento.

Advertisement

Presentando l’evento Maria Voce, presidente dei Focolari, ha detto “Siamo sicuri che Chiara è viva: questo centenario è pensato non per ricordarla ma per incontrarla”.  Anche perché, ha proseguito, “quello che Chiara ha lasciato è un messaggio di fraternità, unità e comunione, vissuto da

lei in prima persona con i suoi incontri in tutto il mondo con persone diverse per cultura, religione,

sesso, etnia, senza lasciarsi fermare da nessuna differenza”. Per la Lubich era evidente che “Dio è Padre di tutti e che, quindi, tutti sono fratelli: riscoprire questo significa costruire la famiglia di Dio, una fraternità universale che oggi è ancora più urgente del tempo in cui Chiara è vissuta, proprio per questi muri che si creano e che noi vogliamo e siamo convinti si possano e si debbano abbattere: il centenario è anche questo”.