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Chiese ex sovietiche, 25 anni di libertà. Celebrati dal CCEE

Cattedrale di Mosca | Cattedrale dell'Immacolata Concezione, Mosca | Wikimedia Commons Cattedrale di Mosca | Cattedrale dell'Immacolata Concezione, Mosca | Wikimedia Commons

Venticinque anni fa, Giovanni Paolo II aveva riorganizzato la Chiesa Cattolica di rito latino nelle Repubbliche sovietiche di Bielorussia, Russia e Kazakistan. E il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee invia un messaggio, per ricordare il momento in cui l’Europa cominciò a respirare con due polmoni, secondo una felice espressione di Giovanni Paolo II.

Giovanni Paolo II poté ricostituire le Chiese di rito latino nelle repubbliche ex sovietiche con un provvedimento del 13 aprile 1991. La presidenza CCEE ha voluto ricordare che “dopo oltre settant’anni di silenzio e persecuzioni”, con la libertà religiosa ritrova la Chiesa cattolica ha potuto “crescere e portare la fede e la speranza che per tanti anni sembravano cancellate”.

È una chiesa in Europa che finalmente “respira con due polmoni,” sottolineano i vescovi europei. “La Chiesa Cattolica in Russia e in Bielorussia è determinante per il futuro della Chiesa in tutta l’Europa,” scrivono. Un tema ancora più importante durante l’anno di misericordia, con l’auspicio che “i rapporti istituzionali con lo Stato, con la Chiesa Ortodossa nei vostri Paesi e con le altre Conferenze episcopali d’Europa, diventare segno sempre luminoso di Cristo per un mondo che cerca la pace e la riconciliazione nella difesa del bene comune e avanzando con speranza nella storia”.

L’invito dei vescovi europei è quello dell’annuncio comune nell’annuncio del Vangelo.

Insieme alla lettera del CCEE, c’è una lettera pastorale inviata dai vescovi di Russia per il loro Giubileo. “Quest’anno – scrivono i vescovi russi - celebriamo anche un altro giubileo – 25 anni del ristabilimento delle strutture della Chiesa Cattolica in Russia.”

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Un evento di straordinaria importanza – dicono i vescovi russi, - perché “nel 1917 la Chiesa ha iniziato la sua Via Crucis lungo 70 anni. Essa è stata sottoposta alle persecuzioni violentissime. Sono state distrutte le strutture esterne della Chiesa: le diocesi, i seminari, le chiese. La Chiesa di pietre vive, cioè i fedeli, sono stati costretti alla clandestinità. Sono state pagine tragiche, e nello stesso tempo gloriose, della storia della nostra Chiesa”.

I vescovi di Russia sottolineano che “noi, fedeli del 2000’ dobbiamo custodire con premura la memoria dei martiri e confessori della fede del 900’. Dobbiamo anche accettare con comprensione il grande numero delle persone che hanno perso il tesoro della fede” .

La lettera sottolinea “le dimensioni della gigantesca campagna propagandistica del 900’ contro la fede”, che “oggi è difficile immaginare”.

Ricordano i vescovi: “Gli insegnanti nelle scuole materne, docenti scolastici e universitari, rappresentati del Partito Comunista nell'Esercito, la polizia, i pubblici ministeri e i tribunali sono stati coinvolti nel grande progetto di eliminazione dei cosiddetti «residui religiosi». Nonostante tutti questi sforzi, persecuzioni, pressione fisica e morale, una parte dei fedeli ha potuto conservare la fede e la fedeltà a Dio e alla Sua Chiesa. I fedeli si radunavano per pregare. Successivamente anche i sacerdoti incominciarono a visitare di nascosto le comunità. Alcune di esse sono riuscite perfino di ottenere il riconoscimento giuridico”.

Alcuni avevano radici cattoliche – ricordano i vescovi di Russia – ma queste erano diventate “soltanto memore di un passato lontano”, e senza strutture “le diocesi, i seminari, le chiese, senza una nuova generazione di vescovi e di preti – i lavoratori nella vigna del Signore – la Chiesa sarebbe stata destinata a estinguersi”.

Ancora pezzi di storia dai vescovi di Russia: “Nel 1926 la Santa Sede ha fatto un tentativo per salvare la situazione. In gran segreto sono state organizzate nuove strutture e ordinati nuovi Vescovi. Ma in un contesto di totale dittatura queste strutture non erano in grado di sopravvivere. I servizi segreti con facilità hanno individuato i nuovi vescovi che sono stati messi prigione o espulsi”.

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Quindi, “verso la fine degli anni 80’ il clima politico si avvia verso un miglioramento. Papa Giovanni Paolo II incontra Gorbaciov. Dopo quest’incontro verrà inviato a Mosca un rappresentante della Santa: l’arcivescovo Francesco Colasuonno, il quale incontrerà i sacerdoti e i fedeli e allo stesso tempo verrà a conoscere la situazione dei cattolici nell’URSS.” E quindi la luce, con le nuove strutture della Chiesa istituite il 13 aprile 1991.